Alla conquista di Broadway
Con Il declino del burlesque, causato dall’ inflessibilità del sindaco di New York, Fiorello La Guardia, nei riguardi della presenza di nudi femminili, sempre più audaci e trasgressivi, furono chiusi progressivamente tutti i locali in cui si poteva assistere a questo genere di spettacoli: per alcuni di questi artisti si aprivano le porte delle commedie musicali, nel quartiere delle luci, a Broadway, e quelle del cinema, a Hollywood. Le principali vittime di questa situazione furono quegli attori di vaudeville o di burlesque che non avevano una voce particolarmente gradevole o musicalmente allenata e che furono, pertanto, velocemente trascurati ed estromessi anche dal cinema che si avviava a introdurre la grande novità del sonoro. Mentre Charlie Chaplin si dedica essenzialmente alla settima arte, utilizzando esclusivamente la musica come colonna sonora dei suoi film, per poi giungere al parlato con Il grande dittatore, solo nel 1940, Jimmy può tranquillamente spaziare da una forma di spettacolo all’altra, grazie alla voce perfettamente intonata, educata nel coro della chiesa di San Gerolamo, all’angolo fra la Alexander Avenue e la 138ª Strada, e provata nelle esibizioni sulla strada, in alternativa al mestiere di strillone e sui palcoscenici del circuito Orpheum e del Minsky’s Burlesque. Sebbene abbia girato una decina di film, almeno 6 lunghi e 4 corti, contro il centinaio di Chaplin, va considerato che è presente a Broadway per un migliaio di repliche, e che contemporaneamente si esibisce in teatri off Broadway, anche estivi, partecipa ai galà dell’Anta (American National Theater and Academy) ed è una presenza costante nei cabaret di New York, soprattutto nel mitico Cafè Society, raccontato anche da Woody Allen nel film omonimo, e, almeno in qualche occasione, nell’altrettanto famoso Chez Parèe di Chicago. A questa attività professionale va aggiunto la grande disponibilità, nel periodo bellico, relativo alla seconda guerra mondiale, dimostrata partecipando gratuitamente a spettacoli di beneficenza che si proponevano di raccogliere fondi per la Croce Rossa, per reduci e veterani, vedove ed orfani di guerra, feriti e profughi, soprattutto bambini.
Rispetto a Charlie Chaplin, Jimmy sembra, dunque, privilegiare il rapporto diretto col pubblico che caratterizza queste forme di spettacolo, e che gli permette di comunicare, con immediatezza, sentimenti ed emozioni, di coglierne le aspettative, la disponibilità, attraverso la magia di un rapporto narrativo attento alle umane vicende, raccontate con spensieratezza e divertimento, negli spettacoli più leggeri, o con pathos negli spettacoli più drammatici, quasi sempre con attente valenze sociali.
Dal Bronx a Broadway, solo pochi chilometri, ma Jimmy impiegò una decina d’anni di intenso apprendistato, prima di diventare un divo pronto per quei prestigiosi palcoscenici (George Freedley, Curatore della Collezione Teatrale della New York Public Library)
Ma di cosa si occupavano i musical negli anni 20, 30 e 40? E’ questo un periodo storicamente controverso e, almeno in parte, drammatico perché si passa velocemente dagli anni ruggenti caratterizzati da una grande produzione di beni e servizi, dallo sviluppo impetuoso dell’industria chimica, automobilistica e cinematografica, alla grande depressione a causa della grave crisi economica e finanziaria e, successivamente allo spirare dei venti di guerra che si addensano sul mondo. La commedia musicale se da una parte offre un diversivo, una sospensione alle difficoltà giornaliere, vissute dalla gente e, quindi, propone divertimento, leggerezza, belle musiche e ragazze da sogno, dall’altra apre sempre più la strada ad un teatro politicizzato, a volte militante, orientato verso le classi meno abbienti, che diventa, ben presto, satira politica e denuncia sociale, corrosiva verso le classi al potere, i governi imperialisti, gli eserciti e gli armamenti militari. Nelle prime due esibizioni a Broadway Jimmy sperimenta entrambi i paradigmi, rispettivamente in Vogues of 1924, con 125 repliche, e in Strike up The Band che si spegnerà in un paio di settimane a Philadelphia e arriverà, a Broadway, 3 anni dopo, in seguito a pesanti rivisitazioni e rimaneggiamenti, addolcita quindi, ma senza Jimmy.
Jimmy Savo è per la prima volta a Broadway, allo Shubert Theatre, in Vogues of 1924 dal Marzo al Luglio del 1924 e si esibisce assieme a Fred Allen con cui aveva lavorato nel vaudeville. Erano di supporto a May Boley, Odette Myrtil e J. Harold Murray. Un altro membro della compagnia era la bella Betty Compton, che divenne, successivamente, la seconda moglie di James J.Walker, il sindaco playboy di New York all’epoca del proibizionismo. In cartellone anche una giovane e avvenente attrice, Joan Franza, nome d’arte di Frances Victoria Browder, moglie di Jimmy, sposata 5 anni prima. Come può leggersi sulla locandina nell’immagine, pubblicata nella galleria fotografica del libro autobiografico I Bow To The Stones, Savo e Allen compaiono da soli in un paio di sketch e, insieme ad altri, in atti più lunghi. I due corti si intitolano Fuori dal manicomio, e Davanti al sipario: una serie di battute, presentate nella scheda associata al musical, di due personaggi singolari come risulta evidente già dalla immagine: Jimmy ha ancora il cappotto dell’orso che usava nel burlesque, grazie al quale ed alla bassa statura, sembrava uscisse per metà da una buca del palcoscenico. Una delle battute della coppia, riportata sulla stessa pagina del libro:
Savo: “Preferirei essere Chaplin piuttosto che Shakespeare”.
Allen: “Perché?”
Savo: (a bassa voce): “Perché Shakespeare è morto”
La seconda commedia musicale cui prende parte Jimmy Savo è Strike up the band, con musica e liriche dei fratelli Gershwin, già famosi ed amati dal pubblico per aver composto brani indimenticabili come Rapsodia in blu e Un americano a Parigi; questa commedia si basava su un libretto di George S. Kaufman, e vantava un cast d’assoluto rispetto con 15 attori tra cui Edna May Oliver, conosciuta da noi per essere stata una delle sorelle di Liz Taylor in Piccole donne, Herbert Corthell, appunto Jimmy Savo, una ventina di cantanti tra cui Morton Downey e Betty Glass, ed un agguerrito corpo di ballo.
Strike up the Band fu presentata, in anteprima, il 27 agosto 1927 al Reade’s Broadway Theatre di Long Branch, New Jersey, e poi presentata al pubblico il 5 settembre allo Shubert Theater di Philadelphia, dove George Gershwin, in persona, diresse l’orchestra per la performance della serata inaugurale. Ma dopo solo 5 repliche il musical fu sospeso! Si trattava, in realtà, di una corrosiva satira antimilitarista ed antibellica pronta a denunciare i progetti espansionistici del governo americano, ma probabilmente in forte anticipo sui tempi. Ci vollero tre anni perché il musical fosse rivisto e approdasse a Broadway, presso il Times Square Theatre, dove il 14 Gennaio inaugurò la nuova decade degli anni ’30, e chiuse i battenti il 28 Giugno, dopo 196 repliche. (Per un approfondimento delle due versioni, si può consultare la scheda associata al musical). La maggior parte dei critici del tempo ritennero la prima versione, quella con Jimmy Savo, più interessante e coerente della seconda ma, storicamente, è comunque quest’ultima ad essere considerata l’inizio di un nuovo genere per la tradizionale commedia musicale americana.
Dopo Strike up the Band, infatti, diversi sono i musical che affronteranno problemi sociali, dando vita ad un vero e proprio genere, una satira, dunque, politica, in alcuni casi più pungente e caustica, in altri pìù addolcita o addirittura goliardica, in cui si mette a fuoco e si denunciano le condizioni di vita delle masse lavoratrici durante la depressione, l’organizzazione del lavoro, la nascita delle dittature in Italia, in Germania e Giappone, la corsa agli armamenti, un governo nazionale lontano dai problemi della gente (nella rivista Saluta compare un Mussolini cantante e ballerino, chiamato da tutti Dictator). Anche le commedie musicali tradizionali, più leggere, offrono brani musicali in cui si prendono in giro Roosevelt, il Presidente degli Stati Unti, le sue politiche sociali, come, ad esempio, il proibizionismo che causa la nascita di una nuova delinquenza, con titoli come Basta con la pace, Mussolini Handicap, Buffoni a Congresso, Quattro angioletti, per inciso Hitler, Hirohito, Mussolini ed Antony Eden, il deputato inglese conservatore, che, sebbene fosse su una barricata opposta rispetto ai primi tre, era completamente favorevole ad un conflitto bellico, e che sarebbe diventato, successivamente, Ministro della Guerra.
L’inizio degli anni ’30, quindi, vede imporsi nel musical due tendenze, due paradigmi molto diversi: uno gioioso, musicalmente talentuoso, testimoniato, già nel titolo, da un interessante volume,“Ring Bells” Sing Songs! di Stanley Green, ed uno che definiremmo dark, oscuro, a volte inquietante, testimoniato da The Complete Book of 1930s Broadway Musicals di Dan Dietz. Brook Atkinson, storico e critico del teatro americano, autore di “Broadway”, History of the twentieth-century American theater, nell’introduzione al volume di Mr. Green, che presenta ancora una Broadway brillante, briosa e spensierata, sintetizza così il suo pensiero sul teatro nella decade degli anni ’30:
Il mondo era triste; ma nella vista di Mr Green, il teatro musicale di Broadway era pieno di talento e di buon umore. Ma il signor Green sottolinea qualcosa di molto significativo negli anni Trenta: la banalità della commedia musicale tradizionale cominciò a cedere alla maturità e alla realtà. I libretti criticano l’establishment politico; gli autori di canzoni riconoscono l’esperienza della gente comune in Fratello puoi risparmiare un centesimo, Cradle Will Rock e Sing Me a Song with Social Signices. Durante gli anni Trenta l’America stava perdendo una confusa auto-fiducia che non si è più ripresa. Ma i documenti e i commenti di Mr. Green lo indicano:il teatro musicale non stava perdendo altro che adolescenza e ingenuità.
Ancora grazie a George Freedley, Curatore della Collezione Teatrale della New York Public Library, sappiamo che il secondo musical, a cui Jimmy prende parte è il Murray Anderson’s Almanac, nel 1929, dal 14 Agosto al 12 Ottobre per 69 repliche, sia all’ Erlanger’s Theatre di New York che all’Erlanger Theatre di Philadelphia, PA. John Murray Anderson era un uomo di spettacolo a tutto tondo: attore, compositore, regista e produttore di spettacoli di grande successo, sia per il teatro, come, ad esempio, The Greenwich Village Follies nel 1919 e Ziegfield Follies, nel 1943, per 553 repliche, sia per il cinema come Il Re del Jazz. Una nuova versione del Murray Anderson’s Almanac andò in scena nel 54 con Harry Belafonte, Hermione Gingold, Orson Bean. Ancora Freedley ci ricorda che Jimmy cercava di abbracciare l’ampio giro di vita di Trixie Friganza, in un indimenticabile numero, I may Be Wrong (but I think you’re wonderful). (Posso sbagliarmi, ma penso che tu sia meraviglioso). Trixie, il cui vero nome era Delia O’Callahan, era una stella della commedia musicale e del vaudeville, in scena per oltre mezzo secolo. Era conosciuta anche come la ragazza Champagne (anche di lei si parlerà nella scheda tecnica del musical).
L’anno successivo è la volta di Earl Carroll Vanities, ottava edizione, a partire dal 1923, che esordisce il 1 luglio 1930 e termina il 3 gennaio 1931 con 215 repliche, sull’onda di una notorietà scaturita da una irruzione della polizia, fin sul palcoscenico, in un matinèe del 9 Luglio, durante uno sketch che aveva come protagonisti proprio Jimmy Savo e la procace e disinvolta Faith Bacon, come viene raccontato nella scheda sul musical. Interessante la storia di Earl Carrol, valoroso pilota di aerei, durante la prima guerra mondiale, disinibito produttore di ben 12 edizioni delle sue Vanities, una condanna scontata in un penitenziario per avere, durante gli anni del proibizionismo, esibito, durante una festa da lui organizzata, una ragazza, completamente nuda, che sguazzava in una vasca piena di whisky. Proprio a seguito di questa condanna, si era molto impegnato, anche nei suoi spettacoli, per l’abolizione del proibizionismo che, e non solo a suo parere, aveva alimentato una nuova delinquenza a seguito delle mescite illegali di alcool. Spesso tacciato di oscenità dai critici severi verso ciò che lui definisce un sano, elegante, divertimento per chi se la passava male a causa della depressione economica. Muore, proprio per un incidente aereo, insieme alla fidanzata, Beryl Wallace, anche lei presente nelle Fantasies del 30 con Jimmy Savo, la versione più conosciuta e più longeva della serie.
Precedentemente noto come Grauman’s Chinese Theatre, il Mann’s Chinese Theatre è un cinema-teatro del distretto di Los Angeles e si trova lungo la famosa Hollywood Walk of Fame. Per tanto tempo i cinesi hanno avuto un ruolo importante nel mondo della pittura e dell’architettura teatrale, al punto che sarebbe difficile immaginare Hollywood senza di esse. Infatti sono le maestranze cinesi le più apprezzate nella progettazione e nella realizzazione di set cinematografici, nei teatri di posa e all’aperto. Ciò detto, in occasione del debutto sugli schermi del lungometraggio King Kong, dal 24 Marzo 1933 al 13 Aprile, va in scena un prologo teatrale con una grande orchestra di fiati, un coro di colore composto da 30 elementi, un corpo di ballo con 40 ballerine e 10 ballerini, e 4 protagonisti molto noti:
Per mantenere l’atmosfera della giungla del lungometraggio, “King Kong” (R-K-O Radio Picture), il prologo cinese è un affare tutto colorato (con gente di colore n.d.r.) con l’eccezione dei quattro principi, Jimmy Savo, Serge Flash, giocoliere, Pauline Loretta, trapezista e Gloria Gilbert, ballerina di punta […], uno dei migliori prologhi da molto tempo a questa parte [..] Uno spettacolo composto da diversi quadri corali con acrobati, giocolieri, ballerini e i numeri di vaudeville di Jimmy, salutati da un lungo applauso. (da Variety 28 marzo 1933)
Maggiori dettagli nella scheda che riprende il post “Jimmy Savo, i cinesi e King Kong”, pubblicato in www.jimmysavo.it, il 6 febbraio 2019.
Due anni dopo Jimmy, ancora a Broadway, il 20 maggio 1935, torna a capo di un cast molto nutrito, in un teatro prestigioso, il Guild Theatre, in un musical estremamente singolare, Parade, diretto da Philiph Loeb. Jimmy ha, infatti, un compito difficile: presentare uno spettacolo caratterizzato da una forte connotazione ideologica, proletaria, anticapitalista e antigovernativa, utilizzando il linguaggio del musical, con sketch che dovevano da una parte divertire e dall’altra denunciare le tristi condizioni in cui versava, in quel momento storico, il proletariato in America. Sebbene Jimmy la faccia da mattatore e riscuota un buon successo personale, soprattutto presso la critica, lo spettacolo , dopo un solo mese, 40 repliche ed una perdita di 100,000$, chiude i battenti il 22 Giugno. (per gli approfondimenti si rimanda alla scheda relativa).
Uno dei più grandi successi di Broadway, e di Jimmy in particolare, fu The Boys from Syracuse, una commedia musicale con musica di Richard Rodgers e testi di Lorenz Hart. La regia è di George Abbott, uno dei registi più longevi, che ha continuato a lavorare fino all’età di 106 anni, e, pertanto, ha diretto tutti i più grandi protagonisti del cinema e del teatro; le coreografie sono di George Balanchine, considerato fra i più grandi ballerini del ventesimo secolo, e uno dei fondatori della tecnica del balletto classico negli Stati Uniti, dopo i successi ottenuti nella madre patria, la Russia. Affiatatissima la coppia Jimmy Savo e Teddy Hart nel ruolo dei gemelli Dromio; i due avevano già lavorato insieme agli esordi, nel vaudeville come clown. Insieme alla coppia Jimmy/Teddy l’altra coppia di gemelli, Eddie Albert e Ronald Graham ed un brillante trio al femminile, composto da Wyn Murray, Muriel Angelus e Marcy Westcott. The boys from Syracuse è un libero adattamento tratto da La commedia degli errori, una delle commedie giovanili di Shakespeare, a sua volta liberamente basata su un’opera romana, del II secolo a. C., Menecmi, o Fratelli gemelli di Plauto. La commedia debuttò all’Alvin Theatre in Broadway, il 23 novembre 1938. e chiuse i battenti il 10 giugno 1939, per un totale di 235 repliche. La coppia Rodgers&Hart trionfa sui palcoscenici di Broadway per 25 anni, anche grazie a composizioni famose, conosciute in tutto il mondo, come Blue Moon, My Funny Valentine o The Lady Is a Tramp. Nel 1940 la MGM, Metro-Goldwyn-Mayer, ne realizzò una versione cinematografica per la regia di A. Edward Sutherland, mentre nel 2002 fu messo in scena un revival all‘American Airlines Theatre, che chiuse dopo 73 repliche (gli approfondimenti nella scheda associata)
Il 5 dicembre del 1940, va in scena Mum’s the Word, al piccolo Belmont Theatre, allora sulla 48ª strada Ovest: one man pantomime show, perché prodotto, scritto e interpretato, unicamente, da Jimmy Savo, con, incidentalmente, musiche di Ludwig van Beethoven, Frédéric Chopin, Modest Mussorgsky e Christoph Willibald Gluck, ma tutte manomesse da Jimmy Savo. In scena oltre a Jimmy, una valente spalla, Hiram Sherman, un bravo pianista, Herbert Kingsley, cui era affidato il compito di presentare al meglio dei brani così impegnativi, ed un taciturno factotum che si occupava di montare e smontare scene a sipario aperto. Mum’s the Word è una frase idiomatica che potremmo tradurre con Acqua in bocca e qualcuno dei critici, presenti all’evento, farà notare, che, invece, Jimmy non si limita alla pantomima, ma canta e recita per tutta la durata dello show. E proprio le musiche sono importanti nell’economia dello spettacolo, alcune delle quali indimenticabili come i suoi tradizionali cavalli di battaglia: River, Stay Away from My Door, Ol’ Man River (dalla celebre rivista Show Boat, 1927); Did You Ever See a Dream Walking?, Blue Moon, The Song of the Flea (da La dannazione di Faust di Hector Berlioz – 1846). Di seguito alcune immagini dei diversi personaggi interpretati da Jimmy, messe a disposizione dalla famiglia.
Lo spettacolo chiude dopo 9 giorni e 12 repliche. In pratica, una entusiasta accoglienza da parte di chi lo conosceva e lo seguiva dai tempi del vaudeville, come Fredley (Collezione Teatrale della New York Public Library), Brooks Atkinson (The New York Times) ed altri critici teatrali, meno calorosa l’accoglienza di chi lo vedeva per la prima volta e non ne conosceva il repertorio. In questi casi si lamentava che un atto unico di una ora e mezzo di sketch musicali, presentava lungaggini che avrebbero potuto essere migliorate. In conferenza stampa Jimmy aveva annunciato che avrebbe rivisto lo show prima di ripresentarlo a Broadway, ma ciò non è più avvenuto, né a Broadway né da altre parti. Tutto ciò e altro ancora, nella scheda del musical. Lo spettacolo era stato presentato in anteprima alla Ogunquit Playhouse di Ogunquit, nel Maine, il 24 giugno dello stesso anno.
Durante il periodo bellico Jimmy è impegnato in una serie di spettacoli di beneficenza, quali raccolte fondi per la Croce Rossa, per associazioni di veterani, o per municipi in difficoltà ma, nel 1942, a 50 anni, torna a Broadway, in Wine, Women and Song, uno spettacolo che mette insieme vaudeville, burlesque e Broadway Musical. Ed allora come si poteva fare a meno di lui? Sembra una sintesi perfetta della sua carriera, una specie di indice a fine libro, il meglio del suo repertorio! L’esordio il 28 Settembre 1942 la chiusura il 3 Dicembre, dopo 150 repliche. Chiusura forzata dalla polizia e in tanti in galera. Con Wine, Women and Song, non chiude solo uno spettacolo ma ha fine, definitivamente, una intera epoca, quella del burlesque. Mai più uno spettacolo con quelle caratteristiche verrà presentato agli americani. Accanto a Jimmy una splendida, voluttuosa rossa, Bridget Bryan, che grazie alla frequentazione con un amico detective che bazzicava la questura, veniva avvisata, per tempo, delle ispezione dei censori all’Ambassador Theatre, in modo da indossare (si fa per dire), ancora per tempo, la G-string , cioè quella minuscola conchiglia pubica in cui si barricava lo spirito puritano del tempo. Bridget era recidiva, era già finita in questura per lo stesso motivo, 5 anni prima, insieme ad altre due attrici, prelevata direttamente sul palcoscenico dei Minnsky’s Theater di New York. A Jimmy sarà sembrato di essere ringiovanito, di essere tornato ai tempi delle Vanities, quando era finito in un commissariato di polizia, e ancora prima, ai tempi in cui gli toccava rincorrere le 20-girls-20 che abbandonavano precipitosamente, seminude, il palcoscenico, al termine della sua esibizione di equilibrismo. Un romantico ricordo del passato per Jimmy ma una storia che merita di essere raccontata quella di Wine, Women and Song (vedi scheda).
11 Novembre 1943 APERTURA di What’s Up al Nazionale! (Questo l’annuncio del New York Times)
Nella ricorrenza dell’Armistice day della prima Guerra mondiale fa il suo esordio al Teatro Nazionale, in Broadway, un nuovo musical, What’s Up, costato $90.000 al neo produttore Mark Warnow, apprezzato violinista e direttore d’orchestra radiofonico, meno apprezzato in questa nuova, sfortunata, impresa. Il musical che è stato rappresentato dal giorno 11 Novembre del 1943 al 4 Gennaio del 44, per un totale di 63 repliche, annovera fra i protagonisti principali, Jimmy Savo e Gloria Warren, mentre le musiche sono di Frederick Loewe, il soggetto di Arthur Person e Alan Jay Lerner, che cura anche il libretto. La coppia, Lerner-Loewe, molto affiatata, si affermerà, successivamente, con commedie musicali note a tutti e rappresentate anche dal cinema come My Far Lady, Gigi e Camelot, ma, nell’occasione, oltre alle professionalità di Savo e di Balanchine, che si occupa dei balletti e che aveva già lavorato con Jimmy in The Boys from Syracuse, la critica riserva ben poche soddisfazioni agli autori. Le maggiori critiche al libretto di Lerner che ha ancora molto da imparare del mestiere. (Maggiori dettagli e trama nella scheda).
Nel periodo bellico, l’attività di Jimmy Savo si riduce al Café Society, il cabaret che chiuderà i battenti nel 47, ma, come già accennato, è presente in manifestazioni culturali e a fondo benefico, come le raccolte fondi per la Croce rossa, per Israele, per i bambini dei rifugiati, e, ancora, partecipa a Gala per veterani o per commemorare grandi artisti scomparsi come Fats Waller. E cresce di conseguenza anche l’impegno politico, per quanto stava succedendo in Europa ed in Italia. Aveva lasciato l’Italia e Guardea nel ’39, quando aveva approfittato delle ferie estive per farsi una idea sulla bonifica dell’agro pontino che, nei media di regime, veniva esaltata come un grande risultato della politica economica fascista e che lui vede in modo molto più realistico:
So che gli italiani hanno bisogno di pane. So anche questo: che quando le Paludi Pontine furono prosciugate molti operai morirono di malaria. Loro avevano bisogno del lavoro, il lavoro li uccise. L’emigrazione si era fermata. Ne emigravano trecentomila dal sud d’Italia, ogni anno. diretti da qualche parte. Non c’era per loro a casa né pane, né lavoro
Jimmy tornerà in Italia a guerra finita.
Se l’attività artistica in Broadway è stata largamente documentata da libri e riviste, come quelli citati in questo sito, sono alcuni spettacoli, off Broadway, che richiedono maggiore cura per la ricerca di informazioni attendibili.
L’Anta, American National Theatre and Academy, si proponeva, in opposizione alle compagnie profit di Broadway, come alternativa non-profit, economicamente autosufficiente, con il compito di diffondere la conoscenza del Teatro Americano anche all’estero. Riusciva, così a dare voce anche a mille compagnie teatrali, spesso prive di mezzi adeguati, sia in patria che all’estero, che portavano in scena testi americani. Aveva acquisito teatri propri ed iniziato la raccolta per una attività museale. E’ evidente che Jimmy non poteva mancare anche per via della sua disponibilità in manifestazioni di tipo culturale e sociale, dimostrata nell’arco di tutta la sua vita!
Probabilmente Jimmy pensava al suo inizio relativamente umile in quella famosa notte del 18 gennaio 1948 quando il prima ANTA (American National Theatre and Academy) Album fu presentato per la rappresentazione di un gala singolo allo Ziegfeld Theatre.. Fu una nobile notte per il teatro americano per chiunque di qua e di là delle luci dellaribalta. Jimmy Savo con i suoi abbondanti pantaloni nel famoso numero, “River Stay ‘Way From My Door” dal suo spettacolo di mimo del 1940, Mum’s the Word, era anche lui là con le più grandi stelle del nostro teatro a spartire lo sviscerato entusiasmo degli spettatori. (George Freedley, curatore della Collezione Teatrale della New York Public Library).
Mentre per Anta esiste documentazione ufficiale, come l’atto costitutivo, nell’immagine, e la partecipazione alle attività del Jimmy Savo Art Center, ideato da Lina Farina, la seconda moglie di Jimmy, in provincia di Terni, per le altre performance di Jimmy dobbiamo affidarci a fonti meno prestigiose ma comunque credibili. Nel Sito di IMDb, Internet Movie Database, sito di proprietà di Amazon.co , è riportato: “(1942) Jimmy Savo ha recitato nel dramma di Richard Brinsley Sheridan (librettista ndr), The Duenna, al Cape Playhouse di Dennis, nel Massachusetts”.
Per oltre 90 anni, la leggendaria Cape Playhouse ha portato a Cape Cod un teatro estivo professionale. Definito spesso il luogo di nascita delle stelle, Cape Playhouse ha attirato una lunga schiera di attori famosi sin dal suo inizio nel 1927. The Duenna , (La dama di compagnia) è un’opera comica in tre atti, dei Linley, padre e figlio, eseguita per la prima volta al Covent Garden Theatre addirittura il 21 novembre 1775, e rappresentata per centinaia di volte nei decenni successivi, dentro e fuori il Regno Unito. La colonna sonora di The Duenna, uno dei motivi del successo dell’opera, era un misto di ballate tradizionali, di motivi famosi di altri compositori e di nuove composizioni tecnicamente complesse e che richiedevano cantanti preparati nei ruoli principali.
Questa una ulteriore, inedita, testimonianza della grande versatilità di Jimmy, che trova una giusta collocazione nella storia dello spettacolo americano non solo per i successi prestigiosi di alcune sue commedie musicali, che, attraverso il conteggio delle repliche, possono dare una misura del consenso, della stima e della simpatia di cui godeva, ma anche per averlo vissuto svolgendo il filo rosso di un impegno civile e sociale e quello rosa di una storia affascinante che è anche una storia di emancipazione femminile.
Di seguito una tabella riassuntiva dei principali spettacoli tenutisi nei teatri di Broadway cui ha partecipato Jimmy Savo, per circa 900 repliche, dal 1924 al 1944. Cliccando sul nome dello spettacolo si accede ad alcune schede tecniche.
Riviste musicali in Broadway | Teatro | tipo di spettacolo | date inizio e fine | numero repliche | direzione o musicista o coreografo principale | ruolodi di Jimmy |
What’s Up | National Theatre | Musical, Comedy, Original, | Nov 11, 1943 – Jan 04, 1944 | 63 | George Balanchine | Rawa of Tanglinia |
Wine, Women and Song | Ambassador Theatre | Musical,Comedy, Original, | Sep 28, 1942 -Dec 03, 1942 | 150 | Murray Friedman | Attore |
Mum’s the Word | Belmont Theatre | Special, Original | Dec 5, 1940 -Dec 14, 1940 | 12 | Hiram Sherman | Produttore, cantante e mimo |
The Boys from Syracuse | Alvin Theatre | Musical, Comedy, Original, | Nov 23, 1938 – Jun 10, 1939 | 235 | George Abbott | Dromio of Syracuse |
Prologo teatrale a “King Kong” | ChineseTheatre | Original | Mar 24, 1933 – Apr 13, 1935 | 15 | Sid Grauman | Mimo |
Parade | Guild Theatre | Musical, Revue, Satire, Original, | May 20, 1935 – Jun 22, 1935 | 40 | Jerome Moross | Cantante e attore |
Earl Carroll’s Vanities [1930] | New Amsterdam Theatre | Musical, Revue, Original | Jul 1, 1930 – Jan 3, 1931 | 215 | Robert Alton | Attore |
Murray Anderson’s Almanac | Erlanger’s Theatre | [Musical, Revue, Original] | Aug 14, 1929 – Oct 12, 1929 | 69 | John Murray Anderson e altri | Cantante e attore |
Stryke up the band | Shubert theatre in Philadelphia | Musical Revue | Aug 27 1927 – Sep 10, 1927 | 5 | George ed Ira Gershwin | Attore |
Vogues of 1924 | Shubert Theatre | Musical, Revue | Mar 27, 1924 – Jul 12, 1924 | 114 | Frank Smithson e altri | attore |