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il futuro dell’Italia

Il 26 Ottobre 1943, su New Masses, la rivista ufficiale dei marxisti statunitensi, viene pubblicato  un articolo intitolato:

IL FUTURO DELL’ITALIA

con sottotitolo:  Jimmy Savo,  star  teatrale e cinematografica, ed altri eminenti italo americani, presentano le loro opinioni in un simposio organizzato dalla rivista

Nell’Ottobre del ’43  l’esercito alleato si appresta a superare in alcuni punti la linea  del Volturno, la viktor linie, la linea fortificata  costruita dai tedeschi,  a nord di Napoli, e si prepara, inoltre,  alla battaglia di Montecassino, in cui avrebbero perso la vita 55.000 uomini delle forze alleate  e circa 20.000 soldati tedeschi fra feriti e uccisi .

Dunque la guerra non è ancora finita  ma sulla rivista che offre ospitalità all’intellighenzia statunitense, fra gli altri  a Ernest Hemingway, Eugene   O’Neill, Dorothy Parker  e Theodore Dreiser, ed è  destinata e  letta dalla classe operaia americana, prima ancora di diventare organo ufficiale del partito comunista, si discute di un possibile ed auspicabile  futuro per il  nostro Paese, per l’Italia cioè, a guerra finita.  Jimmy, chiamato a fornire la sua testimonianza,  esprime   l’auspicio che la società italiana che uscirà  dalla guerra debba essere una società più giusta, più egualitaria, che non lasci indietro nessuno, e sia, così, più vicina agli esclusi, a coloro che  più di altri pagano prezzi enormi alle ragioni belliche.

L’evidente  preoccupazione di Jimmy è che chi, in passato,  è stato tagliato fuori dalla storia e dal progresso, nonostante sacrifici e disagi  sui fronti bellici, continui a  restare estraneo ad ogni progresso economico e sociale, soprattutto se  venga, ancora una volta,  tagliato fuori da una istruzione intesa proprio come strumento principe di emancipazione per i meno abbienti.

Quindi, ancora una volta, il pensiero di Jimmy è per gli ultimi e cita  alcuni  episodi di cui è stato testimone nel suo viaggio in Italia del ’38. Ricordiamo che si recò nell’agro pontino per accertarsi di persona della realtà vissuta da coloro che accorsero da tutta Italia per  bonificare terre malsane col miraggio, suggerito dalla propaganda fascista,  di un pezzo di terra che assicurasse loro  una vita migliore di quella che si lasciavano alle spalle nei luoghi di provenienza.

E Jimmy ricorda anche che, in quella occasione,   proprio a causa della sua presenza nelle terre bonificate dell’agro pontino,  finisse con l’attirare l’attenzione della polizia politica e che, una volta  finito  in questura, fosse costretto a   giustificare la sua presenza in quei luoghi. E fortuna che i poliziotti italiani, evidentemente, non erano a conoscenza dei successi ottenuti a Broadway, un paio di anni prima,  in alcune commedie satiriche teatrali, estremamente caustiche nei confronti delle dittature di Germania, Giappone ed Italia che si apprestavano ad entrare in guerra! (vedi articolo)

Dunque  le storie che racconta sono storie di cui è stato testimone in prima persona come quelle del giovane   Alfreduzzo che non aveva scarpe e  perciò  non poteva andare a scuola o  di  Costantino Bigi, un vecchietto, malfermo sulle gambe, che con il cappello in mano, lo aveva  fermato per strada, chiedendogli di andare lui a Roma, dal Duce, a spiegargli perché non poteva più pagare le tasse.

E poi: “Ho visto un uomo arrivare in bicicletta dopo aver pedalato per sette giorni per cercare lavoro. L’avevano respinto … Questi lavori erano pagati otto lire al giorno, cinquanta cent… . Per campare e per l’assicurazione e altre cose ci volevano sei lire al giorno  … Ma anche per questi lavori la gente lottava, solo per la  possibilità di …  crepare per i restanti dieci cent al giorno”.

Seguendo il link a fine pagina si può leggere l’intero articolo tradotto da Pasquale De Zio che, assieme a Franco Della Rosa e ad altri, per primi si sono riproposti di non lasciare nell’oblio questo talentuoso artista di origini stiglianesi, dal momento che  le vicende familiari lo avevano riportato in Italia, a Guardea, in provincia di Terni, proprio dalle loro parti.

Ma qui è interessante anche sottolineare come nel commento all’articolo,  Pasquale  De Zio,  grafico di professione e critico d’arte per passione, che ne ha curato la traduzione in italiano, evidenzi un  parallelismo  fra la storia della rivista marxista New Masses e  delle sue coraggiose prese di posizione,  e quella del Cafè Society, il club  in cui si esibiva Jimmy, un riferimento per progressisti, sindacalisti, intellettuali  a causa della propria vocazione a battersi  coraggiosamente, ad esempio,  contro  le politiche di apartheid per la gente di colore.

E non è solo l’impegno di Jimmy, come visto,  che stabilisce un coerente  legame fra la rivista ed il club! Basti pensare che Strange fruit  la canzone manifesto contro i linciaggi della gente di colore, cantata per la prima volta nel club, e poi per sempre, da Billy Hollidey, fosse stata  precedentemente pubblicata su New Masses per volere del suo autore, Lewis Allan pseudonimo del giovane insegnante ebreo-russo  Abel Meropol.

Abel, nell’immagine a destra,  si sarebbe poi iscritto  al Partito Comunista degli Stati Uniti d’America e, assieme a sua moglie, Anne, avrebbe adottato due giovani ragazzi, i figli di Ethel e Julius Rosenberg, marito e moglie, ingiustamente condannati e giustiziati con l’accusa di aver consegnato i segreti della bomba atomica americana all’Unione Sovietica.

Inoltre sia il giornale che la rivista saranno  costretti a cessare la loro attività nello stesso anno, il 1948, a causa della caccia alle streghe, cioè  a chiunque fosse in odore di comunismo,   facendo venir meno le principali voci critiche di una nazione che si avviava al difficile e tormentato  periodo della guerra fredda fra oriente ed occidente.

La conclusione di Jimmy: “lo direi a Costantino e ad Alfreduzzo e all’uomo in bicicletta che le loro vite e le vite dei loro figli dipendono dalla Carta Atlantica. Se la Carta Atlantica mente,  loro che non ne avranno mai sentito parlare, possono abbandonare ogni speranza. L’Italia finirà con l’essere solo un’altra affamata colonia di qualche “grande potenza” o “gruppo di potenze”.

E’ bene ricordare che la Carta Atlantica, cui accenna Jimmy fu un atto diplomatico, sottoscritto dal presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt e dal primo ministro britannico Winston Churchill  nel 1941 con le potenze alleate, che prevedeva l’enunciazione di alcuni principi per il futuro ordine mondiale: divieto di espansioni territorialiautodeterminazione interna ed esterna, diritto alla democrazia e all’autogoverno, pace intesa come libertà dal timore e dal bisogno, rinuncia all’uso della forza, sistema di sicurezza generale che permettesse e vegliasse sul il disarmo.

Per la lettura dell’intero articolo