Parade, una “rivista sociale” con Jimmy Savo
Dopo aver approfondito non solo l’impegno artistico e culturale ma anche la sensibilità umana, testimoniata da Jimmy partecipando alla vita e alle vicende del Café Society a fianco della gente di colore, è doveroso evidenziare la sua disponibilità e il suo impegno nei confronti di problematiche sociali e politiche che lo vedranno, come già gli è capitato in passato, in prima fila.
La storia delle riviste sociali a Broadway, di quelle che sconfinano nel campo della sinistra, si apre nel 1935 con Parade presentata, appunto, come una rivista sociale con Jimmy Savo. E’ senz’altro una tappa significativa nella storia del musical ed è significativo che si svolga, fin dalle locandine, nel nome e con la conduzione di Jimmy Savo, così come la prima rivista musicale satirica, Stryke up the band, dei fratelli Gershwin, 8 anni prima, lo aveva visto fra i protagonisti.
Basti pensare che Parade segue la presentazione in America delle opere di Bertolt Brecht, in particolare di Madre Coraggio e dell’Opera da tre soldi, e che ad investire in questa operazione, anche da un punto di vista economico, siano diverse organizzazioni culturali, sindacali e politiche, tutte appartenenti alla sinistra americana.
E’ interessante allora vedere come la stampa di settore presenti Parade, quell’evento un pò estraneo alla tradizione del musical americano, dal momento che l’allestimento dello spettacolo non avviene più nei teatri popolari della 14a srada, frequentati dalle classi meno abbienti, ma in un teatro storico di Broadway, gestito da una compagnia, la Theatre Guild, votata alla rappresentazione, per i propri abbonati, di opere classiche di G.B. Shaw e di Eugene O’Neill. Ed allora:
“Alla fine di ogni stagione è consuetudine che la Theatre Guild si tiri su le gonne, sia pure con cautela, e spicchi un bel salto. Ma questo gesto frivolo non sempre si addice a un corpo così serioso: quest’anno, per esempio, la Gilda ha effettuato una acrobazia cerebrale sconfinando nel campo della sinistra, producendo una rivista satirica, intitolata Parade, che è stata scritta originariamente da Paul Peters e George Sklar e destinata al più popolare e politicamente caratterizzato Theatre Union sulla Quattordicesima Strada.” (New York Times del 26 Maggio 1935).
“La Theatre Guild ha incassato appena $111.000 per questa rivista satirica definita dagli autori “socialmente consapevole“. Ed è stato il primo spettacolo musicale che ha poi spianato successivamente la strada a diversi e simili tentativi, nella stessa vena delle riviste classiche del decennio sulla politica di sinistra che sarà presentata, 2 anni dopo, ad opera degli stessi autori delle musiche.” (in teatherlife.com del 24 maggio 2020 “ On This Day In New York Theater: May 19 in the 1930’S). Leggi l’intero articolo
“La banalità della commedia musicale tradizionale cominciò a cedere alla maturità e alla realtà. I libretti criticano l’establishment politico, gli autori di canzoni riconoscono l’esperienza della gente comune in Fratello puoi risparmiare un centesimo, Cradle Will Rock e Sing Me a Song with Social Signices (tutte presentate nella rivista musicale Parade n.d.r.). Durante gli anni Trenta l’America stava perdendo una confusa auto-fiducia che non si è più ripresa: …il teatro musicale non stava perdendo altro che adolescenza e ingenuità.” (Brook Atkinson, storico e critico del teatro americano, autore di “Broadway”, History of the twentieth-century American theater). Leggi il resto dell’articolo.
“Almeno 53 spettacoli sono stati presentati a Broadway prima che facesse il suo esordio il primo musical dell’anno, Parade. Ciò è avvenuto il 20 maggio, appena in tempo per chiudere la stagione teatrale 1934-1935. La rivista ha potuto godere di un prestigioso sostegno, l’associazione teatrale Theatre Guild, un clown popolare, Jimmy Savo, e il punto di vista più ineluttabilmente e inesorabilmente di estrema sinistra di qualsiasi altro musical commerciale, presentato fino a quel momento.”(Ring Bells Sing Songs! di Stanley Green). Leggi tutto l’articolo
“Quindi la Gilda ha aspettato per tutti questi anni un’opportunità per dare una possibilità a uno dei nostri migliori talenti teatrali (JImmy Savo n.d.r.)! Ebbene, riguardo a questo, non sembra quasi mai adatto alla produzione in cui lo ha destinato la Gilda in questa occasione. Raramente ho visto un uso più sprecato e frenato di una sostanza teatrale vivente“. (Stark Young, critico teatrale del The New Republic). Leggi l’intero articolo
“C’è, tuttavia, Jimmy Savo, e la sua sola presenza ripaga e molto. Il signor Savo è un pantomimo quasi uguale a Charlie Chaplin, e inoltre sa pure parlare e cantare. Il culmine della serata è la sua apparizione come titolare di una fabbrica che, durante uno sciopero, decide di gestire lui stesso e da solo lo stabilimento. Osservare il signor Savo terrorizzato dai suoi stessi macchinari, e i suoi ultimi frenetici sforzi per coprire le pentole mentre gli girano accanto su un nastro trasportatore, è una scena da non dimenticare, mentre l’uomo affamato che tenta di farsi regalare qualche castagna ed un hot dog da un venditore ambulante mostra un umorismo ed un pathos, pienamente degni dello stesso Chaplin. Jimmy Savo è un comico unico“. (The Play and Screen di Grenville Vernon –The Commonweal del 7 giugno 1935). Leggi l’intero articolo
La rivista teatrale Playbill fornisce alcune schede tecniche sullo spettacolo e presenta al pubblico della Gilda Jimmy Savo attraverso alcuni aneddoti, che saranno poi raccolti nella pubblicazione postuma di “I bow to the stones”
Di Parade si è già parlato:
nella scheda dello spettacolo nella sezione musical
nel post luomo e l’artista, dell’8 Novembre 2019