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Stark Young per The New Republic

la montagna e il topolino

Buona  scelta quella del pubblico di abbandonare la sala ad un certo punto!

Nelle versioni di alcuni degli autori delle scenette di  questa ” rivista satirica”, autori, per esempio, come Mr. Gearge Sklar (o almeno nella loro intenzione originale),  potrebbe esserci stata una qualche convinzione e gusto.  Se non quello, lo scopo decisamente adolescenziale, e cioè quello di  far saltare in aria  un intero  isolato.  Ideato da produttori e attori che hanno pensato che così avrebbero creato ampi e risibili shock, magari, in buona fede e con amore,  alcuni di questi numeri avrebbero potuto portare da qualche parte………

…Presa alla larga, questa impresa potrebbe al massimo, essere definita  come una opportunità persa. Insomma, l’unico motivo per scrivere di “Parade” è Jimmy Savo. La ragione principale per scrivere di Jimmy Savo in “Parade” è dire che è per lo più è sprecato. In “Parade” siamo costretti ad osservare  diversi giovani che vanno avanti e dietro, attraverso scenette, canti e balli, di norma piatti se satirici, quando potremmo assistere alle performance di una delle migliori figure del teatro americano. È vero che Jimmy Savo è nato nel Bronx, come racconta la locandina del  programma, e che  era figlio di un calzolaio italiano. Ce lo confermerebbe  la fluidità e la leggerezza  della sua recitazione, e il vuoto struggente in cui improvvisa. “A sei anni”, sembra, “si esercitasse  in un campo all’aperto  con dei sassi. I sassi  si sarebbero  rivelati  poco pratici  perché quando ha sbagliato una presa  gli hanno lasciato dei bozzi  in testa...”. eccetera. Bene! In “Parade” si sta esercitando in un terreno sassoso con un vuoto assoluto e la sua testa è continuamente  scossa. “Questa è la sua prima apparizione con la Theatre Guild, perché in qualche modo non è mai sembrato adatto alle tragedie di O’Neill o alle commedie di Shaw“. Quindi la Gilda ha aspettato per tutti questi anni un’opportunità per dare una possibilità a uno dei nostri migliori talenti teatrali! Ebbene, riguarda a questo, non sembra quasi mai adatto alla produzione in cui lo ha destinato la Gilda in questa occasione. Raramente ho visto un uso più sprecato e frenato di una sostanza teatrale vivente.

Che bella frase che c’è nel classico Luciano  dove dice: “Invidio la tua incredulità!” (la frase corretta nei Dialoghi è “Bada che questa tua incredulità non sia invidia” n.d.r..) Un pubblico borghese  come i nosri abbonati osa meno facilmente tale candore.

Le caratteristiche di Jimmy Savo sono note da tempo, tutta quella clownerie e la purezza dell’astuzia che, oltre a un calcolo scaltro e preciso dell’effetto scenico, incanta il pubblico. Confrontarlo con Charlie Chaplin è solo un altro caso dell’amata sciocchezza comparativa umana. “Cechov”, mi dice un fotografo russo, “è il russo Maupassant”. La risposta ovvia è che Maupassant non è il Cechov francese. Ma un simile discorso è una perdita di tempo, loro sono fatti così. Charlie Chaplin ha qualcosa di vasto e tremante, intangibile e adorabile che non si trova da nessun’altra parte, nella clownerie o nel resto della recitazione del nostro teatro. Ma non c’è niente di nuovo: Jimmie Savo come Charlie Chaplin al suo meglio è la cosa più straordinaria nel nostro mondo della recitazione americana, i suoi unici rivali i ritratti di  Chaliapin Boris,

Stark Young (October 11, 1881 – January 6, 1963 -)insegnante, drammaturgo, romanziere, pittore, critico letterario, traduttore e saggista americano.