Jimmy Savo, i cinesi e “King Kong”
Per molto tempo, i cinesi hanno avuto un ruolo importante nel mondo della pittura e dell’architettura teatrale, al punto che “sarebbe difficile immaginare Hollywood senza di essi”. Infatti le maestranze cinesi sono le più apprezzate nella progettazione e nella realizzazione di set cinematografici, nei teatri di posa e all’aperto. E anche per questo la costruzione del Grauman’s Chinese Theatre, voluta da Sid Grauman, un brillante e lungimirante uomo di spettacolo e la successiva inaugurazione, avvenuta il 18 maggio 1927, fu un evento spettacolare per la presenza delle più grandi star dell’epoca. Il cinema-teatro si trova lungo la famosa Hollywood Walk of Fame del distretto di Los Angeles, in cui sono incastonate 2.628 stelle a cinque punte che recano i nomi e l’impronta delle mani delle “star”, delle tante celebrità, cioè, che hanno dato lustro all’industria cinematografica hollywoodiana.
Il teatro e la piazza antistante sono stati decorati e arredati con reperti originali regolarmente importati dalla Cina, campane di templi, pagode e statue, altre, invece, sono state riprodotte in loco da valenti artigiani cinesi, sotto la supervisione di Moon Quon, poeta e regista cinematografico.
Il film che ha inaugurato il teatro è stato “Il Re dei Re” sulla vita di Gesù, raccontata dalla Maddalena, con la regia di Cecil B. DeMille, preceduto da “Glories of the Scriptures”, un prologo live ideato da Sid Grauman con un organo Wurlitzer e un’orchestra di 65 elementi che hanno eseguite musiche adatte a sottolineare il significato religioso ed etico del lungometraggio che ci si apprestava a vedere. Quella del prologo teatrale è stata una grande idea, un “format” originale, di Sid Grauman : uno spettacolo teatrale, estremamente sofisticato, ricco, spesso lungo, con lo scopo di sostenere l’atmosfera del lungometraggio, grazie ad attori famosi, provenienti del vaudeville, dal burlesque o, direttamente, da Broadway. Poteva, allora, mancare Jimmy Savo?
In occasione del debutto sugli schermi del lungometraggio “King Kong”, dal 24 Marzo al 13 Aprile 1933, va in scena, per 3 settimane, un prologo teatrale, “Una scena nella Jungla” con una grande orchestra di fiati, un coro di colore composto da 30 elementi, un corpo di ballo con 40 ballerine e 10 ballerini, e 4 protagonisti molto noti:
“Per mantenere l’atmosfera della giungla del lungometraggio, “King Kong” (R-K-O Radio Picture), il prologo cinese è un affare tutto colorato (con gente di colore n.d.r.) con l’eccezione dei quattro principi, Jimmy Savo, mimo, Serge Flash, giocoliere, Pauline Loretta, bar act (trapezista n.d.r.) e Gloria Gilbert, ballerina di punta.., uno dei migliori prologhi da molto tempo a questa parte.” ..“Uno spettacolo composta da diversi quadri corali con acrobati, giocolieri, ballerini e i numeri di vaudeville di Jimmy, salutati da lunghi applausi”. (Da Variety 28 marzo 1933)
Questi prologhi prevedevano la presenza in sala di numerose star. Per King Kong erano presenti tra gli altri Johnny Wiesmuller , il più celebre Tarzan cinematografico , Fredric March, 2 oscar e numerosi premi europei per “Il dottor Jekyll”, Eric von Stroheim, maestro del muto con Chaplin e Keaton, che aveva già diretto Fay Wray , la protagonista, rapita dal gorilla, in King Kong.
In una delle scene del prologo, miss Pauline Loretta, viene rapita e messa in una gabbia da un falso gorilla, fugge, si arrampica su un albero, in alto, dove trova il sartiame sufficiente per oscillare fino a raggiungere una corda sospesa che le permetta, alla fine, di sfuggire alle attenzioni del gorilla.
Una curiosità: Poco distante dal Grauman’s Chinese Theatre, un decennio prima, Sid Grauman, realizza il Grauman’s Egyptian Theatre, e, con ogni probabilità, lì presenta, nel 1926, il film “I dieci comandamenti”, di Cecil B. De Mille, un film muto, in bianco e nero, con un remake dello stesso regista nel 1956. Anche la prima versione era molto spettacolare grazie ad un budget ricco che aveva permesso di utilizzare 2.500 comparse e 4.000 animali. La scena degli egiziani travolti dalle acque del Nilo che si richiudono dopo il passaggio degli ebrei, fu realizzata sperimentalmente a colori con riprese subacquee. Il tutto fu ripreso e riutilizzato nella versione del 56, un “kolossal”, in Technicolor e Cinemascope, con Charlton Heston, Yul Brynner, Anne Baxter, Edward G. Robinson, John Derek, Yvonne De Carlo, Vincent Price e Nina Foch. Oltre a “I dieci comandamenti”, anche “Ben Hur” di William Wyler, viene presentato presso l’Egyptian Theatre (fonte: https://savingplaces.org/stories), mentre l’inaugurazione avviene, il 17 Novembre 1922, con “Robin Hood”, interpretato da Douglas Fairbanks”.