Gli anni della caccia alle streghe (terza parte)
Anche Josh White, come Billie Holiday, vive una infanzia molto difficile. Era infatti figlio di un reverendo nero, picchiato a sangue e rinchiuso in manicomio per aver cacciato fuori di casa un esattore che aveva maltrattato sua moglie. Rimasto orfano a 4 anni, per aiutare la famiglia, grazie alla passione per la musica inculcatagli dalla madre, Josh viene impiegato e sfruttato da impresari senza scrupoli come musicista-accompagnatore di cantanti di strada ciechi. Scarsamente ricompensato, si presentava senza scarpe e in pantaloni corti fino a all’età di sedici anni, per impietosire il pubblico e suscitarne la generosità.
L’incontro con Mayo Williams, produttore della Paramount, che lo ascolta suonare e ne intuisce la bravura è provvidenziale perché Mayo lo strappa alle grinfie dei vecchi produttori e comincia ad impiegarlo in alcune registrazioni effettuate in uno studio discografico, menre accompagna altri musicisti di colore: può finalmente comprare scarpe ed indumenti e dare il proprio contributo economico alla numerosa famiglia.
Ancora minorenne, grazie alla RC Records, passa alla musica religiosa e al gospel, per volere della madre, e poi, una volta maggiorenne, di successo in successo, grazie a John Hammond, approda alla Columbia e quindi al Café Society, a 29 anni, nel 1943, assieme a Jimmy Savo, allora cinquantunenne.
Qui sopra alcune immagini del film musicale The Crimson Canary (1945). in cui interpreta sé stesso, segno della notorietà già raggiunta in campo musicale.
La fama di sex symbol nero gli derivava dal fatto che si era esibito, per 6 anni, con Libby Holman, una torch singer bianca molto chiacchierata per il suo passato, in cui avevano trovato posto anche tre matrimoni, tutti finiti molto male, almeno per i mariti. Il loro sodalizio scandalizzò tutta l’America puritana del tempo anche perché si esibivano in stati in cui vigeva ancora la segregazione razziale e ciò creò molta pubblicità alla coppia ma anche polemiche e contestazioni, così White finì con attirarsi l’odio dei razzisti bianchi che cercheranno e troveranno l’occasione per fargliela pagare!
…Libby e Josh insieme più che per coraggio, piuttosto per incoscienza, anche perché forse lei non si rendeva perfettamente conto a cosa stessero andando incontro nell’America degli anni ’40: quando iniziarono le prove per il loro primo spettacolo in un club di New York, lei arrivò alla porta principale e fu accolta! Josh fu indirizzato all’ingresso del personale sul retro… (da jewishquarterly.org e ripreso da https://it.wikipedia.org/wiki/Libby_Holman)
Comunque la coppia è sull’onda del successo: Josh incide molti dischi, compare a Broadway e gira diversi film, fra cui Dreams That Money Can Buy (1947), in cui recita e canta con Libby (il film vinse il Premio Speciale per il miglior contributo originale al progresso della cinematografia al Festival del Cinema di Venezia).
Dreams That Money can buy diventa un film culto perché lo dirigono e ne scrivono il soggetto gli espoenti più famosi del surrealismo e del dadaismo: il film consiste di sei episodi, definiti appunto surreal-dada, firmati da Max Ernst, Man Ray, Marcel Duchamp, Fernad Leger, Alexander Calder e dal berlinese Hans Richter che ne è anche l’ideatore e il regista. Inoltre il film è prodotto da Peggy Guggenheim e si avvale della collaborazione musicale di John Cage, il musicista leader del movinento Avant-gard. Josh White e Libby Holman sono le voci narranti e cantanti dell’animazione che compare nel secondo sogno, “The Girl With the Prefabricated Heart” (“La ragazza con un cuore prefabbricato“, soggetto di Fernand Léger, musica e testi di John Latouche).
Per comodità degli appasionati di cinema d’avanguardia è possibile farsi una idea della dimensione onirica del film, anche da questa pagina, dove viene sottotitolato in italiano appunto il secondo sogno.
Se per motivi di copyright, in attesa della definizioni dei diritti di riproduzione, il frammento non fosse visibile in italiano è possibile vederlo in lingua originale qui di seguito:
Ma proprio nel 1947 il suo inserimento nella lista nera di Hollywood coglie Josh di sorpresa, proprio all’apice della sua carriera: fa immediatamente ritorno in patria e viene intercettato, trattenuto e messo sotto pressione dall’FBI, per mesi, fino a che non dichiara di voler comparire spontaneamente davanti alla Commissione per le Attività antiamericane per difendersi dalle accuse e dimostrare la sua estraneità al Partito Comunsta statunitense. In realtà viene pesantemente minacciato e ricattato proprio per il suo impegno sociale e per aver infranto le leggi sulla segregazione razziale quando viaggiava e si esibiva con la Holman e quindi rischia una pesante condanna con la conseguenza di perdere oltre al lavoro e al successo anche moglie e figli.
Prepara un memoriale che sottopone ai suoi grandi amici, Eleanor Roosevelt, la ex First lady, e Paul Robeson, ex giocatore di football, avvocato afroamericano e star internazionale, un uomo rispettato e ammirato in tutto il mondo, con amicizie che includevano i leader di molti paesi, appartenenti ad entrambi gli schieramenti (in primo piano nell’immagine accanto). Entrambi gli consigliano di non presentarsi davanti alla commissione. Addirittura la Roosevelt gli rivela che anche lei è nell’occhio del ciclone per le sue attività a fondo umanitario e che non procedono contro di lei per la grande stima ed affetto degli americani nei confronti del suo defunto marito. Sentendosi in trappola, non vede altre possibili vie di uscita se non quella di affrontare la Commissione per respingere tutte le altre accuse che gli erano state rivolte. L’udienza si tiene a porte chiuse, viene manipolata dalla Commissione che lascia filtrare che abbia ammesso le sua appartenenza e fatto i nomi di altri iscritti al partito comunista. Se con le sue performance aveva diviso il paese in due fra chi lo odiava e chi lo amava ora lo riunifica perché perde l’affetto ed il rispetto anche dell’altra metà che lo aveva sostenuto nelle sue battaglie sociali. Per questo è costretto ad abbandonare, con la famiglia, l’America e a riparare in Inghilterra dove si ferma fino al 55. Si esibisce in quasi tutti i paesi europei, mentre, in patria, vengono cancellati tutti i contratti e tutte le testimonianze del suo lavoro.
Quando il senatore Mc Carthy, dopo Broadway ed Hollywood, pensa di mettere sotto inchiesta gli alti gradi dell’esercito, viene finalmente fermato e sanzionato con disonore. Perso il seggio e il credito che si era guadagnato in tempo di guerra, non riuscì più a riprendersi. Nel giro di un paio di anni subì numerosi ricoveri ospedalieri a causa dell’alcol a cui si era abbandonato, morì il 2 maggio 1957.
La lista nera di White nell’industria televisiva in America fu definitivamente abbandonata nel 1963, quando il presidente John F. Kennedy, invitò Josh White a comparire nello speciale nazionale per i diritti civili della CBS Television: Dinner with the President. In quella occasione gli raccontò come i suoi dischi, quando era ancora studente universitario, nell’era di Roosevelt, lo avessero ispirato per portare avanti le sue battaglie per l’integrazione razziale e i diritti civili, allora ancora in atto. Pochi mesi dopo, il 22 Novembre, il Presidente degli Stati Uniti subirà il mortale attentato di Dallas!
Tornato in America Josh riprende i concerti ed appare anche in alcuni programmi televisivi, ma, già nel 1961, compaiono le prime avvisaglie dei malanni cardiaci che ne provocheranno la morte, avvenuta qualche anno dopo, nel ’69, durante un ultimo disperato intervento chirurgico, nel tentativo di mantenerlo in vita.
Nel 1998 gli Stati Uniti decisero di dedicare a Josh un francobollo commemorativo a parziale risarcimento degli anni dolorosi di isolamento sociale, causati dalla caccia alle streghe ad opera del maccarìtismo. La moglie Carol era ancora in vita quando le fu comunicato il progetto del Servizio Postale americano ma non vide il prodotto finito perchè morì, improvvisamente, dopo pochi giorni, per un attacco cardiaco.