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Aspettando Jimmy Savo –25 Ottobre 2018

Aspettando Jimmy Savo”, oggi, torna al cinema!

 “Carry on Sergeant” è stato  il  primo lungometraggio realizzato in Canada, nel  1928, all’epoca del muto, e  costato una cifra enorme per quei tempi, mezzo milione di dollari. Questo lungometraggio  fu voluto dal governo canadese per ricordare la partecipazione del paese alla prima guerra mondiale e per onorarne i caduti. Facendo parte dell’impero britannico, il Canada aveva l’obbligo di partecipare alle attività belliche che interessavano  l’Inghilterra e, pertanto, schierò i propri uomini a fianco degli alleati, contro la Germania, presso il confine franco-belga-tedesco.

E’ giusto ricordare che, non solo  in quegli anni, la provincia canadese, assieme alla regione adiacente della Nuova Scozia, annoverava  la presenza dei clan scozzesi ed era solita celebrarne  le feste (come degli acadiani di origine francese), al punto che in alcune regioni si parlava, e si parla tuttora,   il Gaelico Canadese e ciò spiega la divisa indossata  dai soldati al fronte.

Il film fa parte di una sezione, che raccoglie video  bellici di proprietà  dalla biblioteca canadese, Library and Archives Canada.

Quasi tutti gli attori e lo stesso regista, il capitano  Bruce  Bairnsfather, erano di origini inglesi o canadesi e avevano partecipato alla prima guerra mondiale, ad eccezione di un solo personaggio, in questa storia:   Syd Small, interpretato da Jimmy Savo, che negli anni dal 1915 al 1918, giovanissimo,  batteva, invece,  la costa atlantica recitando nei teatri di vaudeville e di burlesque.

Il ruolo affidato a Jimmy è molto importante perché, alla regia,  serviva un personaggio capace di introdurre elementi di comicità per sostenere non solo il morale della truppa al fronte, all’interno del film,  ma anche quello dello spettatore che assiste alla proiezione, in sala, se si pensa all’alta drammaticità della storia che racconta anche del ricorso, da parte tedesca, all’uso di gas mortali, come il fosgene, nei pressi di Ypres, sul fronte francese.

Quind per creare delle pause nel racconto drammatico della guerra,  uno che viene dalle commedie brillanti è l’ideale. Se pensiamo ad alcune scenette del film, vere e proprie gag da cinema muto (il bambino dimenticato nell’ acqua calda, il proiettile che lo insegue mentre fugge con il barilotto di rum in equilibrio sulla testa, il toast preparato nel bruciatore dell’acciaieria ecc.) ci si chiede perché non fu scritturato Charlie Chaplin, addirittura nato in Inghilterra? L’unica ipotesi plausibile è che Charlie Chaplin, nel 1927, era già molto famoso, aveva alle spalle centinaia di corti e due successi mondiali, “il Monello” e “La febbre dell’oro”, ed avrebbe, con la sua notorietà e la sua bravura, oscurato gli altri protagonisti, molti dei quali dilettanti, e la stessa epopea che si voleva celebrare. Meglio Jimmy, meno dirompente, dolce, con uno sguardo intenso ed occhi espressivi, una mimica più misurata. L’amicizia, la devozione del personaggio all’amico-eroe Bob MacKay è più nelle corde di Jimmy che in quelle di un monello, vagabondo, dispettoso e ribelle.

 

Nel preview (35 min. circa), che raccoglie le scene che riguardano Jimmy Savo, si ripercorre la storia dell’amicizia fraterna fra Cyd Small e Bob  MacKey, l’indomito sergente, interpretato dal’attore inglese Hugh Buckler, prima fuochisti nella stessa acciaieria e poi insieme al fronte.

Il ruolo affidato  a Jimmy Savo, nell’economia del lungometraggio,  è evidentemente quello del giullare, del buffone della compagnia (“Quando detti un’occhiata nello specchio sul lavello, scoprii di apparire più buffo che mai, senza farlo apposta”, citazione  da I Bow to the Stones), è quello di  chi prende la vita molto alla leggera, crede nella chiromanzia e nell’oroscopo, un po’ meno nel lavoro; per convincersi di ciò basta seguire le prime scene nella acciaieria in cui usa l’altoforno come tostapane, e come si insedia nell’osteria: troneggia su un tavolo,   circondato dai compagni e dalle “quasi ragazze”  che “lavorano” li. D’altra parte è dotato di una grande sensibilità  crede molto nell’amicizia, e ritiene suo compito allietare,  sostenere psicologicamente e moralmente tutti i suoi compagni, comprendendone le emozioni, le debolezze, le sofferenze. Ma ricordiamo che siamo in un film muto e, quindi, questo ruolo, non può contare sulla parola ma soprattutto  sulla postura e sul linguaggio del corpo.

Si giustifica, così, il fatto  che questo complesso personaggio venga affidato  a  Jimmy Savo, il più grande pantomimista del mondo (come l’aveva definito, proprio in quegli anni, Charlie Chaplin).  Nel 1928 Jimmy Savo, a 36 anni,  ha già archiviato il  vaudeville ed ha esordito, con successo e  già da qualche anno, a Broadway!  Oltre alla mimica, alla postura e al modo di camminare, ripreso da Charlot, impressiona il modo del tutto creativo ed estroso di rapportarsi all’ambiente circostante, uomini o cose che siano: nei suoi incubi le bombe diventano intelligenti, ce l’hanno con lui e lo inseguono per tutto il bosco. Impreca perché il bricco del gin è scoppiato e non si accorge che è stato centrato da una raffica nemica, a pochi centimetri dalla sua testa. Evidente il contrasto fra  la cura con cui prepara il bagnetto  per l’ennesimo figlio di madame Voisin,  saggiando il calore dell’acqua col gomito,   e la noncuranza con cui lo dimentica e lo abbandona fra fumi e vapori, ignaro dei suoi pianti accorati, per correre dietro all’ennesima gonnella che passa lì davanti.  Il camino del quartier generale diventa armatura  e punto di osservazione, attirato dall’odore di salsicce arrosto, provenienti dalle trincee,  che hanno un effetto irresistibile su di lui. Ed è evidente anche  il compiacimento della regia per questo simpatico personaggio, testimoniato  da alcuni sottotitoli come “Syd Small ha deciso di arruolarsi: A questo punto la guerra può avere inizio!”,  oppure,“ Se i tedeschi avessero saputo che eri tu di guardia in questo punto delle trincee, avrebbero già sfondato e vinto la guerra” e, dopo essersi trasferito al quartier generale e assunto il ruolo di attendente del generale e responsabile delle pubbliche relazioni con la gente del posto, o meglio dell’osteria  “non tornerà più in trincea e pur tuttavia gli alleati vinceranno la guerra”.

Nella  seconda parte del lungometraggio, quella in cui tutti i protagonisti sono chiamati ad  atti di eroismo, c’è il riscatto  anche per  Syd Small, che  mostrerà gli aspetti più profondi del suo carattere e della sua sensibilità ma dovrà vincere i pregiudizi che lo accompagnano: é evidente che  chi è stato  vissuto dagli altri come un buffone, buono solo per l’osteria, rischia  di non essere creduto quando, invece, fa sul serio. Mostra comprensione per il tradimento coniugale di Bob,  assiste al suo straziante rimorso, vorrebbe aiutarlo, sostenerlo ma viene  respinto.

 (Non così per le autorità canadesi che criticarono severamente il fatto che l’eroe nazionale, il sergente che continua ad “andare avanti” ad ogni costo, avesse una relazione extraconiugale  con una “prostituta francese da taverna”, Marta, superbamente interpretata dall’attrice Louise Cardi, “Marta, le mille e una notte dell’osteria”,  dimenticando la giovane moglie Ruth, dagli occhi blu, e, per altro, in attesa di un bambino,  interpretata dall’attrice Nancy Ann Hargreaves . Il film fu così abbandonato;  solo recentemente, negli anni 70,  venne ripreso, rimasterizzato, e, nel 2015,  pubblicato su YouTube).

Syd, invece, ha pietà e comprensione per l’amico che, preso dai  sensi di colpa, si dispera, si sente indegno,  strappa via  il medaglione che porta al collo, pegno d’amore di Ruth, e  non accetta l’offerta d’aiuto dell’amico, anzi, lo rimprovera, lo manda via perché non è più  tempo per buffoni.  Syd è indeciso sull’uscio dell’osteria ma  non si perde d’animo, sa che l’amico avrà bisogno di lui, il che puntualmente avviene quando colpito a morte, cerca inutilmente al collo il medaglione, simbolo di quell’amore, che Syd sa dove trovare. Lo pone sulle sue labbra esangui, assicurandogli, almeno in quell’ultimo momento, la pace che cercava. Lo farà avere alla moglie, ciò non mitigherà il suo dolore ma l’aiuterà ad affrontare la vita come moglie  di un eroe integerrimo, generoso e … fedele.

Questa la lettera che accompagna il medaglione:

Gentile Signora MacKay,

Ho pensato a quanto le avrebbe fatto piacere avere questo (medaglione). L’ho trovato addosso a Bob, lo indossava quando … ebbene immagino che abbia già saputo quello che è successo, e quindi non glie  lo ripeterò  di nuovo.

Tornerò un giorno da quest’esperienza orrenda, almeno lo spero.

Con amicizia, Syd Small

Alcune  curiosità. Il regista, capitano  Bruce  Bairnsfather, scrittore e caricaturista,  fu anche il fumettista più famoso della prima guerra mondiale. L’immagine del vecchio soldato inglese, nella presentazione delle forze in campo   è quella della la sua più celebre caricatura, Old Bill.  Bill e i suoi commilitoni  Bert e Alf saranno  presenti nei fumetti settimanali di “Fragments from France” di Bairnsfather,  pubblicati settimanalmente nella rivista “The Bystander” durante tutta  la prima guerra mondiale. Anche alcune sue  caricature sono comparse sulle locandine del film e hanno come soggetto il buffo Jimmy Savo

Non è dato sapere se Jimmy, così disinvolto nei panni del soldato semplice “Syd Small”, abbia svolto il servizio di leva in America, ma quello che è certo è che  per l’Archivio di Stato italiano era “renitente” alla leva come risulta nelle registrazioni del 9/5/1912 e del 1/12 dello stesso anno.