William Shakespeare sbarca a Broadway!
L’ultimo grande debuttante in una commedia musicale del 1938 fu nientemeno che William Shakespeare ed allora
“William Shakespeare sbarca a Broadway”
Proprio all’inizio dell’anno Richard Rodgers, già affermato compositore musicale grazie a brani famosi, conosciuti in tutto il mondo, come Blue Moon, My Funny Valentine o The Lady Is a Tramp, accarezza l’idea di adattare, per la prima volta nella storia dello spettacolo, una delle opere teatrali del bardo dell’Avon, William Shakespeare, per crearne un musical di grande interesse e di sicuro successo.
Ed è lui stesso a raccontare come sia maturata quell’idea. Era in treno, in viaggio con il suo partner storico, Larry Hart, l’autore dei testi delle sue composizioni musicali, sulla strada per Atlantic City dove dovevano occuparsi della messa in scena del loro ultimo musical, Ho sposato un angelo, quando improvvisamente gli balena in mente una idea: trasformare in musical una commedia o una tragedia di William Shakespeare. Ed istantaneamente scompaiono tutti i problemi ancora in sospeso di Ho sposato un angelo e i due cominciano a lanciare e rilanciare possibili ipotesi su quali opere del bardo concentrare la loro attenzione, impresa non difficile dal momento che scavano in un campo praticamente illimitato e mai visitato prima di allora.
“Un pensiero divertente ci ha fatto compagnia, quasi fin dall’inizio dell’avventura, e per una ragione personale”, racconta Rodgers, “Larry aveva un fratello minore, di nome Teddy, che era un comico molto bravo. Era piccolo e scuro e assomigliava molto a Larry che, però, continuava a raccontarmi di come la gente lo scambiasse non con il fratello, ma con un altro clown anche lui piccolo, scuro ed estremamente dotato, Jimmy Savo!”
Ed ecco la folgorazione:
“Che cosa ne dici della “Commedia degli errori”?’ e Larry annuisce eccitato. ‘Teddy e Jimmy sono i candidati naturali per il ruolo dei gemelli Dromio”.
Una vera e propria ispirazione e non appena terminato con Ho sposato un angelo iniziano immediatamente a lavorare allo show che alla fine è stato intitolato The Boys from Syracuse , “I ragazzi di Siracusa”.
Inizialmente Rodgers e Hart pensarono di collaborare alla stesura del libretto con il regista e produttore George Abbott, ma si ritirarono convintamente una volta che constatarono come Abbott avesse pienamente comprese le loro aspettative, e che non necessitava, pertanto, del loro aiuto, dal momento che aveva a disposizione la storia così come l’aveva raccontata Shakespeare. La regia è dunque affidata a George Abbott, allora cinquantenne, uno dei registi più longevi, nella storia dello spettacolo americano, che ha continuato a lavorare fino all’età di 106 anni, e, pertanto, ha diretto tutti i più grandi protagonisti del cinema e del teatro del secolo scorso; le coreografie furono affidate a George Balanchine, considerato. fra i più grandi ballerini del ventesimo secolo, e uno dei fondatori della tecnica del balletto classico negli Stati Uniti, dopo i successi ottenuti nella madre patria, la Russia. A curare la scenografia Jo Mielziner, lo scenografo di maggior successo dell’era d’oro di Broadway,
E Rodgers continua:
“Comunque poco o niente, oltre allo schema della trama e allo spirito, un po’ libertino, della commedia, è rimasto della versione originale, oltre a quanto riassunto dall’artista di Stratford-upon-Avon , nell’ultimo atto della commedia, nelle parole della Badessa:
“E da ciò avvenne che l’uomo finì pazzo: I clamori avvelenati di una donna gelosa sono più micidiali dei denti di un cane idrofobo.
Questa la riflessone che suggerisce la “Saggia badessa” mentre Jimmy Savo, sporgendo solo la testa fuori dalle quinte, rivolto al pubblico, aggiunge con orgoglio: “Oh! Shakespeare!“
Un tema presente tanto nel teatro antico, greco e latino, quanto in quello medievale e rinascimentale, fino a giungere, passando per la commedia dell’arte, al moderno , è quello del dualismo servo – padrone in cui, spesso, i servi si dimostrano più astuti dei loro padroni, perché nati poveri e quindi costretti, per sopravvivere, ad affrontare e risolvere al meglio le difficoltà della quotidianità. Questo ci spiega perché The Boys from Syracuse, come ci ha raccontato Rodgers, è costruito proprio a partire dalla coppia dei 2 Dromio, Jimmy Savo e Teddy Hart, gemelli e servitori. E non è difficile immaginare chi possa essere il capro espiatorio della commedia, destinato a pagare lo scotto di situazioni che appaiono paradossali e, pertanto, incomprensibili agli atri protagonisti. Per fortuna per Jimmy-Dromio ci sono le braccia accoglienti e generose di Luce a consolarlo:
What Do You Do W ith a Man? – Cosa puoi fare con un uomo del genere? si lamenta Luce, l’attrice Win Murray, mentre il marito, Dromio di Efeso, Teddy Hart, legge Platone a letto, sebbene lei abbia indossato inutilmente un malizioso negligé! Ma dopo una notte passata col Dromio siracusano i dubbi di Luce sono del tutto opposti perché quello che crede suo marito, dopo una notte finalmente appagante, usa le sue spazzole ed i suoi unguenti per farsi bello e correre dietro alle servette di casa!
(continua).