L’uomo e l’artista
E’ sorprendente come un giovane immigrato lucano di umili origini, con un percorso scolastico irregolare, un po’ per necessità e un po’ per correre dietro al sogno, tutto americano, di diventare un attore famoso, sia protagonista nella vita reale e in quella professionale di coraggiose battaglie sempre a fianco dei più indigenti e svantaggiati. Si è già raccontato delle sue scelte politiche e del suo impegno, per es., a fianco della famosa attrice Ethel Barrymore e della sua prestigiosa famiglia di attori, registi e scrittori teatrali, la cosiddetta famiglia reale di Hollywood, in appoggio alle richieste della Actors Equity Association, il sindacato degli attori e attrici che raccoglieva anche le richieste delle maestranze teatrali, ragazze del coro, macchinisti ecc. Ed anche delle coraggiose e rischiose prese di posizione avverse alle politiche espansionistiche del governo americano, nonostante la caccia alle streghe del Comitato per le Attività Antiamericane, del sen. McCarthy, che mise sotto accusa e tacciò di comunismo, tra gli altri, Charlie Chaplin, Walt Disney, Robert Taylor e Gary Cooper. Sotto inchiesta anche scienziati come Albert Einstein e Julius Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Come del resto si ripete nei confronti del fascismo in Italia, nonostante avesse cominciato a trascorrere il periodo estivo in Umbria, a Guardea, in provincia di Terni, dove si impegnerà a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dello sparuto gruppetto di famiglie che vivevano nel borgo intorno al vecchio castello di proprietà della seconda moglie, la giornalista italo-americana Lina Farina. Continuerà, poi, con pungenti critiche, rivolte al governo italiano che, anche grazie agli aiuti americani del Piano Marshall, si apprestava, nel dopoguerra, a ricostruire l’economia del paese. In questa occasione denuncia il fatto che la ricostruzione possa essere fatta a vantaggio di pochi e sulla pelle delle classi più povere ed individua, poi, proprio nella scuola per tutti, proprio in quella scuola che non è stata di grande aiuto per lui, lo strumento più efficace di emancipazione dalla povertà economica, culturale e sociale di tanti giovani italiani.
Oltre a queste decise opinioni che non si limitano alla pura enunciazione di principi astratti ma diventano testimonianze di vita, è giusto sottolineare come, parallelamente, affronti, con lo stesso impegno, l’esperienza professionale, partecipando attivamente e spesso proponendosi come agente di cambiamento per quanto riguarda la nascita di nuovi paradigmi teatrali, tanto nei linguaggi utilizzati quanto nei contenuti presentati in quegli anni, che risentono delle gravi crisi economiche che attanagliano diversi paesi.
Lo spettacolo tradizionale basato su musicisti famosi con brani orecchiabili e tantissime belle donne, subisce una profonda trasformazione grazie alla introduzione di un libretto, cioè di un testo, con dialoghi, trama e intreccio, considerato di pari importanza rispetto alla partitura musicale. Attraverso l’introduzione del libretto, una maggiore attenzione verso la storia narrata permette una vera e propria rivoluzione nei contenuti, dal momento che si ha la possibilità di raccontare storie sempre più attuali, permettendo al musical di diventare, così, anche racconto sociale.
In questo senso si esprime Brook Atkinson, storico e critico del teatro americano, autore di “Broadway”, History of the twentieth-century American theater, nell’introduzione al volume di Mr. Green, “Ring Bells” Sing Songs! , che presenta ancora una Broadway brillante, briosa e spensierata, sintetizzando così il suo pensiero sul teatro nella decade degli anni ’30:
Il mondo era triste; ma nella vista di Mr Green, il teatro musicale di Broadway era pieno di talento e di buon umore. Ma il signor Green sottolinea qualcosa di molto significativo negli anni Trenta: la banalità della commedia musicale tradizionale cominciò a cedere alla maturità e alla realtà. I libretti criticano l’establishment politico; gli autori di canzoni riconoscono l’esperienza della gente comune in” Fratello puoi risparmiare un centesimo”, “Cradle Will Rock” e “Sing Me a Song with Social Signices”. Durante gli anni Trenta l’America stava perdendo una confusa auto-fiducia che non si è più ripresa. Ma i documenti e i commenti di Mr. Green lo indicano:il teatro musicale non stava perdendo altro che adolescenza e ingenuità .
La commedia musicale, quindi, se da una parte offre un diversivo, una sospensione alle difficoltà giornaliere, vissute dalla gente, e, quindi, propone divertimento, leggerezza, belle musiche e ragazze da sogno, dall’altra apre sempre più la strada ad un teatro politicizzato, a volte militante, orientato verso le classi più povere, le prime vittime dalla grave crisi economica e finanziaria, che diventa, ben presto, satira politica e denuncia sociale, corrosiva verso le classi al potere, i governi imperialisti, gli eserciti e gli armamenti militari.
Vediamo brevemente i contributi più importanti di Jimmy Savo a questo nuovo genere di spettacolo, rimandando gli opportuni approfondimenti alle schede tecniche specifiche.
Earl Carroll Vanities (1930 e ottava edizione) è un musical tradizionale, finito agli onori della cronaca per due motivi diversi. Il primo è presto detto:
Nello show che amava presentarsi come “il più nudo della storia”, gli arrestati sono Irene Ahlberg, di 19 anni, che ha vinto il titolo di “Miss America” quest’anno; Constance Trevor, di anni 22; Eileen Wenzell, 20 anni, conosciuta come “MissSt. Louls; ”Frances Joyce, 19 anni,“ Miss San Francisco ”;Kay Carroll, 22; Naomi Ray, 22: Jimmie Savo, comico, 34; Betty Veronica, 18 anni e Faith Bacon, 20.
L’accusa di immoralità viene rifiutata da Carroll, che difende la sua creatura: un sano, elegante, divertimento per chi se la passava male a causa della depressione economica
Accanto a questo poco edificante episodio, il musical, però, fu lodato a causa di una coraggiosa presa di posizione contro le leggi sul proibizionismo degli alcolici, cui Earl aveva pagato un forte tributo, essendo stato condannato, in passato, a 6 mesi di carcere, scontati nel penitenziario di Atlanta. Il proibizionismo, The Noble Experiment, come veniva, spesso, chiamato, tramite il XVIII emendamento della Costituzione e il Volstead Act, nel 1919, era stato causa, e non solo a suo parere, di una nuova e pericolosa ondata di criminalità, legata al traffico diffuso ed illegale di ogni genere di alcolici. Contrabbandieri e mescite clandestine erano diventati i neologismi più usati nella lingua corrente. Pertanto Earl, e molti altri intellettuali americani chiedevano l’abrogazione di una legge imposta in disprezzo delle identità e delle libertà personali. Era questa la denuncia che ebbe il coraggio di portare in scena, nella parte finale del primo atto, con un tableau vivent, un quadro vivente patriottico, composto da tutti gli artisti, intitolato Let Freedom Ring, Lascia che suoni la campana della libertà, con il comico Jack Benny, in parrucca bianca, che leggeva la Dichiarazione di Indipendenza, lo stesso Earl, nei panni di Abraham Lincoln, che leggeva il discorso di Gettysburg, e, infine, un membro del Congresso che esponeva i vantaggi di legalizzare whisky leggeri e gin. Intanto un plotone di fanti si portava coraggiosamente in cima ad un cippo al suono di Over There, una canzone patriottica, anche ricordata per una battuta nel suo coro: gli Yanks stanno arrivando, mentre l’intero corpo di ballo, con le giovani ragazze, strategicamente agghindate con il colore della bandiera, in raso rosso e blu, sfilavano, in platea, manifestando le loro determinate obiezioni contro una legge così oppressiva e repressiva. La critica fu unanime nel riconoscere che per la prima volta uno show di ragazze offrisse emozioni così forti, prendendo una coraggiosa posizione politica, in un contesto frivolo, come quello appena descritto. A seguire una interpretazione di Over There, traboccante di amor patrio.
Stryke up the band, è la seconda commedia musicale cui prende parte Jimmy Savo, con musica e liriche dei fratelli Gershwin, già famosi ed amati dal pubblico per aver composto brani indimenticabili come Rapsodia in blu e Un americano a Parigi; questa commedia fu presentata, in anteprima, il 27 agosto 1927 al Reade’s Broadway Theatre di Long Branch, New Jersey, e poi ancora presentata al pubblico il 5 settembre allo Shubert Theater di Philadelphia, dove George Gershwin, in persona, diresse l’orchestra per la performance della serata inaugurale. Ma dopo solo 5 repliche il musical fu sospeso! Si trattava, in realtà, di una corrosiva satira antimilitarista ed antibellica pronta a denunciare i progetti espansionistici del governo americano, ma probabilmente in forte anticipo sui tempi (si narra, infatti, di come si giunga ad una dichiarazione di guerra fra stati Uniti e Svizzera, per il controllo del mercato mondiale dei formaggi!). Ci vollero tre anni perché il musical fosse rivisto, addolcito nei contenuti, e approdasse a Broadway, presso il Times Square Theatre, dove il 14 Gennaio inaugurò la nuova decade degli anni ’30, e chiuse i battenti il 28 Giugno, dopo 196 repliche, ma non più con la presenza di jimmy.
Ancora più marcato l’impegno politico di Jimmy, qualche anno dopo, Il 20 maggio 1935; infatti torna in scena a capo di un cast agguerrito, di circa sessanta attori, in un teatro prestigioso, il Guild Theatre, in un musical estremamente singolare, Parade, diretto da Philiph Loeb. Jimmy ha, infatti, un compito difficile: presentare uno spettacolo caratterizzato da una forte connotazione ideologica, proletaria, anticapitalista, antirazzista e antigovernativa, utilizzando il linguaggio del musical, con sketch che dovevano da una parte divertire e dall’altra far riflettere, attraverso la denuncia delle tristi condizioni in cui versava, in quel momento storico, il proletariato in America. Basti pensare che i due soggettisti , George Sklar e Paul Peters, iscritti al partito Comunista, appartenevano al movimento teatrale “social significance”,” significato sociale,” e che la produzione era affidata a collettivi teatrali, tra cui “Theatre Guild“; “Workers’ Laboratory Theatre/Theatre of Action“; ” Group Theatre League o f Workers’ Theatres/New Theatre League“; “TheatreUnion”; “Federal Theatre“ sponsorizzato dal governo americano; “Actors’ Repertory Company“; Labor Stage” e “Mercury Theatre“.
Oltre alla presenza di Jimmy Savo alla testa del nutrito gruppo di artisti il secondo elemento che doveva assicurare un discreto successo al musical era la presenza di alcuni musicisti di assoluto valore come Jerome Moross, giovanissimo autore di quasi tutta la partitura, con la partecipazione di Marc Blitzstein, che spesso, accompagnava al pianoforte, alcune esecuzioni di due sue celebri canzoni come “Cradle will rock” e “Send for militia“. La critica considera lo spettacolo un esempio di attivismo politico sottilmente mascherato da intrattenimento musicale, e lo paragona, da questo punto di vista,oltre alle opere di Verdi ad altri classici spettacoli di Broadway come Show Boat, Finian’s Rainbow, South Pacific, e ovviamente ai lavori di Bertolt Brecht e Kurt Weill.
Kurt Weill, l’autore delle musiche dell’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, in quell’anno giunge in America, dopo aver abbandonato la Germania all’avvento del nazismo, e si appresta a lavorare per le produzioni musicali di Broadway proprio con gli autori e i musicisi di Parade. Lo segue subito dopo Bertolt Brecht. E’ infatti di sapore brechtiano l’esecuzione, qui in basso, di “Send for militia” (mandate a chiamare la milizia) ad opera di due interpreti storici delle musiche di Blitzstein: Helene Williams, accompagnata al pianoforte da Leonard Lehrman.
Tutto ciò spiega, d’altra parte, perché la cronaca, in occasione della prima, riferisca come il pubblico benvestito e benpensante che immaginava di assistere alla prima di una commedia musicale come tante altre, appena messo piede in sala, si è ricreduto, avendo trovato un ambiente particolarmente ostile, e si è esibito in una precipitosa ritirata.
La commedia musicale si prefigge anchedi denunciare la nascita delle dittature in Italia, in Germania e Giappone, come appare evidente dall’immagine di scena con le caricature di Mussolini, Hitler ed Hirohito, sul totem, alle spalle di Jimmy che, in uno sketch, prende le parti del popolo degli indiani d’America.
Va detto che proprio la denuncia dell’affermarsi delle dittature fa sì che questotipo di musical, estremamente politicizzato, si esaurisca non appena gli Stati Uniti entrano in guerra: evidentemente gli USA stanno dalla parte dei giusti, dal momento che combattono le più feroci dittature della storia e, quindi, vanno rispettati tutti coloro che offrono la loro vita, lontano da casa, per la difesa dei valori di democrazia e libertà altrui.
Dopo un solo mese, 40 repliche ed una perdita di 100,000$, Parade chiude i battenti il 22 Giugno del 1935, sebbene Jimmy la faccia da mattatore e riscuota un buon successo personale, come appare evidente dall’articolo firmato da Brook Atkinson, cririco teatrale del New York Times, in cui si legge:
Qualunque sia il merito della rivista, questa colonna (la sua rubrica di critico teatrale. n.d.r.) è grata al Gild per aver promosso il lavoro di Jimmy Savo, che merita la stessa popolarità di Charlie Chaplin. È un comico pantomimico con uno stile innocente e allegro, un’eloquenza geniale” .. Ponilo in situazione: ”stendilo con una appendicite acuta in una clinica convulsa o travestilo da falso indiano, e il suo senso dell’umorismo, il suo buffo modo di ballare manderà in frantumi la tua ilarità e, allo stesso tempo, ti aprirà il cuore”.
Il vissuto di Jimmy è pertanto una testimonianza di coerenza e di grande sensibilità sociale e, forse anche per questo, è sempre stato apprezzato, tenuto in grande considerazione ed amato soprattutto dalla critica di settore e merita il nostro affetto e la nostra simpatia.