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17 Agosto 2018 – Una serata stiglianese in onore di Jimmy Savo

Appuntamento estivo, per il terzo anno consecutivo,  con la produzione artistica di  Jimmy Savo, a Stigliano, paese di origine dei suoi genitori. La manifestazione prevista presso la “Chiazza”, a pochi metri dalla casa di famiglia, abitata da Jimmy per un paio di anni, a partire dal 1894, ha avuto luogo, invece,  nella Sala Consiliare del Comune, a causa del maltempo.

La rinuncia alla suggestione del luogo, è stata, però, compensata dall’accoglienza ricevuta dai partecipanti, reduci da un giro a vuoto per le vie del paese, grazie alle  immagini e alla  musica maestosa dell’epopea  finale del film “Carry on Sergeant”, realizzato nel 1927 dal governo canadese, per celebrare l’eroica partecipazione di quel paese alla prima guerra mondiale. Quel film, il suo primo lungometraggio,  vide  Jimmy quale  coprotagonista,   uno dei pochi professionisti   e l’unico a non avere origini anglo-canadesi, come per tutto il resto del cast. (per un approfondimento)

Dopo il benvenuto e  la presentazione dell’evento effettuata da  Salvatore Disisto, in qualità di presidente dell’Associazione “Angolo della memoria”, organizzatrice della serata  insieme al comune di Stigliano, Felice Lacetera, amministratore del sito web www.jimmysavo.it, e del canale Youtube a lui dedicato, ha fatto il punto della situazione, rispetto agli impegni assunti  lo scorso anno, sintetizzati nella  lettera inviata dal sindaco di Stigliano, Francesco Micucci  al Sindaco di New York , Bill de Blasio, in nome del comune destino di migranti del papà di Jimmy   e della nonna materna di Bill, partiti entrambi e nello stesso periodo,  dalla valle del Basento, alla volta di  New York.  Al sindaco de Blasio si chiedeva una sua memoria relativa alla famiglia da inserire nella prefazione all’edizione italiana del libro autobiografico “I bow to the stones”, Memories of a New York Children – -HOWARD FRISCH – NEW YORK – 1963, in procinto di essere dato alle stampe.

Sulla determinazione di acquisire alle proprietà del Comune la casa della famiglia Sava (nell’immagine a lato), da ristrutturare, per costituire un punto di attenzione, in paese, in nome di questo artista, per tutto ciò che attiene ad una dimensione culturale che è andata via via crescendo negli ultimi anni, ha approfonditamente relazionato il vicesindaco, nonché Assessore alla Cultura, sig. ra Antonietta Marchese, che pur non nascondendo le difficoltà organizzative, manifestate nel tentativo di raggiungere i diversi  eredi, assenti da anni dal paese e sparsi un po’ per tutta Italia, ha  confermato, comunque,  la determinazione a perseguire questo obiettivo fino in fondo.

Giuseppe Colangelo, poi, lo scrittore autore della “trilogia dell’Alto materano”  ha esposto un nuovo aspetto del  progetto ”Jimmy Savo”  da sperimentare  a partire già da  quest’anno e cioè, nel   nome di Jimmy e della sua arte, ospitare, a Stigliano, autori, più o meno noti, che abbiano il territorio come  protagonista del loro impegno artistico, specificamente  cinematografico. La promozione del paese e del territorio partirebbe  così da un interesse  già in parte consolidato e che  incontra un pubblico particolarmente motivato. L’appuntamento  di quest’anno  è per Domenica 19 Agosto con il lungometraggio, in anteprima nazionale, del film “Graspo” dell’esordiente regista di Grassano,  Leonardo Genovese.

Cercando di ovviare allassenza di connessione che ha impedito di esaminare il modo in cui il sito dedicato a Jimmy è stato costruito, ed i contenuti ancora inediti presenti, si è preferito mostrare, attraverso alcuni   documenti multimediali, alcuni punti  di eccellenza nella sua  produzione artistica: la commedia musicale, il cinema, il vaudeville.

La commedia musicale  “The Boys from Syracuse”,  debuttò all’Alvin Theatre, per il Broadway theatre, il 23 novembre 1938 e chiuse i battenti il 10 giugno 1939 per un totale di 235 repliche.

La  musica di Richard Rodgers,e  i testi di Lorenz Hart, “costituiscono  una delle migliori partiture da loro prodotte”: la coppia trionfa sui palcoscenici di Broadway per 25 anni, anche grazie a composizioni famose, conosciute in tutto il mondo, come Blue Moon, My Funny Valentine o The Lady Is a Tramp. La regia è di George Abbott, uno dei registi più longevi, che ha continuato a lavorare fino all’età di 106 anni, e, pertanto, ha diretto tutti i più grandi protagonisti del cinema e del teatro; le coreografie sono di George Balanchine, considerato. fra i più grandi ballerini del ventesimo secolo, e uno dei fondatori della tecnica del balletto classico negli Stati Uniti, dopo i successi ottenuti nella madre patria, la Russia. Insieme a Jimmy c’erano Eddie Albert e Teddy Hart  (Savo ed Hart avevano già lavorato insieme agli esordi ). La commedia è un  “libero adattamento” della Commedia degli Errori di un giovane Shakespeare e, tra gli altri attori annoverava  Ronald Graham, Muriel Angelus e Wynn Murray. Purtroppo non c’era, a quei tempi,   l’abitudine di documentare gli spettacoli teatrali con una macchina da presa ma ci si può fare una idea dello spettacolo attraverso questo album fotografico, che raccoglie immagini di scena,  da sfogliare  con la colonna sonora di Rogers e Hart (tra cui la famosa “Falling in love with love”

Il secondo documento multimefdiale è il preview di ” Once in a Blue Moon”  (1934), scritto, prodotto e diretto da Ben Hecht e Charles MacArthur, che vedono Jimmy Savo protagonista assoluto nel ruolo di  “Gabbo the Great”, un artista circense nella Russia da cui  scappa  durante la   rivoluzionaria bolscevica del 1917.

Il film ha diversi motivi di interesse oltre all’interpretazione di Jimmy, così descritta dalle riviste cinematografiche dell’epoca:

In  “Once in a Blue Mon ”  eccezionale performance  dello “squisito e adorabile clown Jimmy Savo “,

amabile, ‘fragile, infinitamente  toccante.

“Gli occhi brillanti, le lucide, paffute guance, la bocca allegra, il colletto clericale, rappresentano l’apoteosi di Jimmy”

Brooks Atkinson S. 

 

Ben Hect, il regista, figlio di immigrati russi, era un personaggio eccentrico: in occasione della vincita dell’Oscar per le sceneggiature di “Le notti di Chicago“, nel 1929, non  si presentò alla cerimonia di premiazione  ma mandò un telegramma dicendo di essere onorato e felice che fosse stato istituito un premio per cercare di mettere in luce  film di qualità. E che, in questo modo,  Hollywood sembrava un po’ meno ‘“latrina” del solito”‘  Ciò non gli ha, poi, impedito di collaborare con Hitchcock in una decina di film. Edwina Armstrong, il personaggio della Principessa Ilena, di cui si innamora Gabbo, era la  figlia di Hecht, avuta con la prima moglie,  Marie Armstrong,  mentre l’altra giovane attrice,  Helen Whitney Bourne, sempre in abiti maschili, aveva esordito l’anno precedente con Hecht, nel film “Delitto senza passione”, successivamente cinema e teatro fino a che,  nel luglio del 1939,  sposò un ricco finanziere e  abbandonò  il mondo dello spettacolo. Nel cast anche Nikita Balieff, impresario del celebre gruppo teatrale  La Chauvre Sourisnon si può dire che il film abbia portato fortuna al vaudevillan armeno che morì, a 56 anni,  dopo pochi mesi dalla conclusione delle riprese del film.  (per un approfondimento)

Un approfondimento merita il rapporto di Jimmy con i bambini. In particolare con quelli, in gran parte russi immigrati, radunati dalla regia, in gran numero, negli studi Astoria di New York che  diventano protagonisti insieme al grande Gabbo, dando vita ad una serie di episodi in cui, tra l’altro,  lo salvano dalla prigione dei “bianchi” e dalla caccia dei “rossi”.

E ritornano in mente, a questo proposito, le parole di e. e. cummings un poliedrico arista e, anche per questo, suo grande estimatore:

“Il successo di Jimmy Savo fu l’incarnazione vivente del principio evolutivo noto come neotenia (fattezze infantili). Con i suoi grandi occhi pieni di sentimento e il suo corpo piccolissimo, per un uomo adulto, Savo avrebbe potuto fare un accettabile Oliver Twist. Savo non era un nano, solo una persona di statura piccola, che accentuava con abiti sovradimensionati e un cappello da derby”.

Nella parte finale della serata si è di fatto creata una tavola rotonda grazie alla  partecipazione di Francesco Micucci, sindaco di Stigliano,  Antonella Stefanucci, attrice, e Domenico Ciruzzi, apprezzato  autore di testi teatrali. Fra i temi affrontati, oltre ai possibili sviluppi del progetto legato a Jimmy Savo,  le origini artistiche della comicità, le motivazioni storiche a base di un impegno artistico-culturale,  in contesti sociali, spesso drammatici.

il pensiero va infatti ad alcuni temi legati all’attività artistica di Jimmy che ha vissuto la realtà dell’emgrazione in un paese straniero, due guerre mondiali, una rivoluzione sociale,  i periodi di crisi, economica e sociale, fra le due guerre, che lo hanno portato nel mirino della Comitato per le Attività Antiamericane.

La tavola rotonda ha sostituito il terzo elemento inedito della  scaletta prevista, che, pertanto,  viene qui riproposto dal momento che è riassuntivo non solo delle diverse forme di spettacolo che hanno visto Jimmy protagonista,  ma anche di alcuni aspetti inediti della sua vita.

il 5 dicembre del 1940, va in scena Il Mum’s the Word,  al minuscolo Belmont Theatre, allora sulla 48ª strada Ovest, in quello che, in genere, si chiama un “one man pantomime show” perchè prodotto, scritto e interpretato, unicamente, da Jimmy, con “incidentalmente, musiche di Ludwig van Beethoven, Frédéric Chopin, Modest Mussorgsky e Christoph Willibald Gluck, ma tutte manomesse da Jimmy Savo”.

Otto anni dopo, nel gennaio del 1948 è insieme ai grandi dello spettacolo americano al  prima ANTA (American National Theatre and Academy) Album e cosà viene ricordato:

“Fu una nobile notte per il teatro americano per chiunque di qua e di là delle luci della ribalta. Jimmy Savo con i suoi abbondanti pantaloni nel famoso numero, “River Stay ‘Way From My Door” dal suo spettacolo di mimo del 1940, Mum’s the Word, era anche lui là con le più grandi stelle del nostro teatro a spartire lo sviscerato entusiasmo degli spettatori”

Questa la testimonianza di George Reynolds Freedley, autore, docente, educatore e critico teatrale, uno dei redattori della rivista teatrale Playbill

“Una delle sue specialità era l’uso della mimica per illustrare le canzoni che stava cantando, come in “River Stay ‘way from My Door”, dove era in grado di provocare vere e proprie  inondazioni, o in “”(You Get No Bread with) One Meat ball”, un drammatico scambio tra un povero affamato e un cameriere avaro!.(così E.E. Cummings,  scrittore, drammaturgo e pittore, grande estimatore di Jimmy)

 

Quindi “ River Stay ‘Way From My Door ” era uno dei suoi cavalli di battaglia, riproposto, per anni. in molti dei suoi spettacoli, soprattutto di cabaret, e, per nostra fortuna, nel film ” Merry-Go-Round of 1938“, un film di genere musicale, un genere molto frequente in quegli anni, in cui recita insieme ad altri 3 compagni di vaudeville. (per un approfondimento)

L’efficacia della sua interpretazione ricca di pathos è tanto più evidente se si pensa ad una esperienza vissuta nella sua infanzia, così descritta in “I Bow to the Stones”, la sua autobiografia:

“Una notte d’inverno ci fu un grosso acquazzone e la cantina fu inondata. Stavamo tutti dormendo. Aveva piovuto in continuazione dall’ora di cena. L’acqua salì all’altezza dei letti. Mio padre si svegliò e venne da me.
Le luci si spensero. Mi sollevò dal letto e mi portò fuori, con l’acqua che gli arrivava quasi alle ginocchia. Mia
madre seguiva, tenendo Lucy per mano. Andammo al piano di sopra e bussammo alla porta del cinese…”

 

Alcune curiosità: Nel film Jimmy è un “aiuto del fachiro Misha Auer, un attore che ha lavorato  spesso in Italia, con Totò, al cinema  in “Che fine ha fatto Totò Baby?” e in alcuni varietà radiofonici, con Carlo Campanini, ed altri attori. Morì proprio a  Roma per un infarto, in occasione della messa in onda di questi spettacoli, a pochi chilometri dalla residenza estiva di Jimmy, a Guardea, in provincia di Terni.