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Lettera aperta a Rocco Papaleo

Caro Rocco,

in occasione della manifestazione “Matera, capitale della Cultura 2019” attraverso il progetto  “Matera 2019 – Capitale per un giorno”, Stigliano, uno dei paesi interessati, arroccato,  come Lauria, in cima ad  un monte,  intende far conoscere e apprezzare Vincenzo Rocco Sava, in arte Jimmy Savo, un attore che ha avuto qui le sue origini, immigrato di umili natali, e che è riuscito ad affermarsi in tutti i generi di spettacolo allora in voga in America e cioè vaudeville, burlesque, musical, in e fuori Broadway, cinema muto e sonoro, night, cabaret e televisione, ingiustamente assente dalla storia dello spettacolo e dalla storia del nostro paese. Ma non è solo l’appartenenza, allo stesso  territorio,  il fare, l’aver fatto  lo stesso mestiere, o, banalmente,  portare lo stesso nome, Rocco appunto,  che vi avvicina nell’immaginario  di tutti noi, c’è molto di più. Innanzitutto qualcosa di fisico che ci svela l’indole, il carattere, i sentimenti di  un personaggio  e, quindi della persona che c’è dietro.

“Ciò che rendeva davvero inconfondibile Jimmy Savo erano i suoi occhi neri enormi e infantili . Nella  prima (canzone n.d.r.) ha mimato un  piccolo uomo  di fronte ad un terribile disastro: una alluvione . Ha fatto intendere molto con i suoi occhi, … il suo sguardo  rifletteva, a sua volta, sorpresa, indignazione, panico e infine la determinazione a  sopravvivere”  

(C’era una volta il palcoscenicoL’allegro mondo del Vaudeville” di Charles e Luoise  Samuels)

 

Anche tu hai fatto degli occhi, a mio parere, uno strumento efficace, diretto, di comunicazione con lo spettatore: lo sguardo ingenuo e quindi sorpreso, compiaciuto o addolorato, per quello che gli succede attorno, riducendo al minimo la comunicazione verbale;  sembri essere “un uomo di poche parole” come lo è un mimo, e cioè  Jimmy, anzi,” il più grande pantomimo del mondo” come lo definì Charlie Chaplin.

 

Se il tuo è un fatto naturale e non costruito con l’esercizio e con la pratica, c’è seriamente da pensare che possa essere una cifra distintiva della nostra gente.

Ma non c’è solo questo! C’é molto di più! Jimmy già nel 1934, 76 anni prima di “Basilicata coast to coast”, aveva pensato di nascondere una bella ragazza nella custodia di un basso! E’ successo in “Girl in the case”

Anche Cleo, una avvenente  Dorothy Darling,  come la  bella Maria Teresa, Claudia Potenza,  finisce nella custodia rigida di un basso, per di più nuda, dal momento che in un pomeriggio torrido, mentre provava a rinfrescarsi nelle acque di un fiume, non ha più ritrovato i  vestiti, mangiati da una capra. Molte le similitudini:  Jimmy è un bassista povero in canna,  tu un tastierista alla ricerca di significati esistenziali, lì un padre  geloso che pretende giustizia per chi ha abusato della figlia, qui un fratello geloso che intende fare giustizia, a modo suo, su chi ha commesso gli stessi abusi; lì il lieto fine: Maria Teresa avrà quello che desiderava di più e cioè bei ricordi per la sua vecchiaia, Cleo sposerà il suo appassionato bassista.

Ma poi le similitudini finiscono qui: a te le 6 nomination per il film ed il Nastro d’Argento  per la regia, la distribuzione solo all’estero, dove si sono perse le tracce,  per il film di Jimmy, che viene immediatamente censurato,  nello stato di New York, perché “indecente e tendente a corrompere la pubblica morale”.

E’ per tutto ciò che, anche a nome dell’Amministrazione Comunale,   ci farebbe piacere che tu fossi dei nostri, a Stigliano,  durante quel fine settimana in cui ci sarà permesso festeggiare il ritorno di Jimmy a Stigliano  e il suo ingresso  nella storia dello spettacolo anche nel nostro paese.